Per gli ultrasessantenni c’è ancora speranza di poter andare prima in pensione. La riforma delle pensioni è sempre un tema caldo. Non è passato molto tempo da quando il governo ha lasciato intendere senza mezzi termini che quota 41 per adesso non si farà. Ovviamente è solo rimandata. Pochi giorni fa, inoltre, Giorgia Meloni ha ammesso che nel 2023 anticipare il pensionamento dei lavoratori previsto dalla Legge Monti-Fornero del 2011 è impossibile perché non ci sono le coperture economiche. Insomma, è tutto rimandato all’autunno.

Riforma delle pensioni, il Governo vuole superare la Legge Fornero: certi lavori a 67 anni non si possono fare

Alcune rassicurazioni non da poco, però, arrivano dal sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, durante una tavola rotonda dell’organizzazione Aepi, Associazioni europee di professionisti e imprese, che ha chiarito che il governo riuscirà sicuramente a superare la legge Fornero sottolineando che il percorso è iniziato con quota 100 e quota 41 con 62 anni di età, dunque si sta lavorando per portare avanti il progetto, visto che ci sono davanti 5 anni di legislatura per poter lavorare a questi obiettivi.


Il sottosegretario ha replicato all’intervista a La Stampa in cui Tridico ha parlato della sostenibilità del sistema previdenziale e del fatto che bisognerebbe tenere la legge Fornero per non peggiorare ancora il quadro demografico:

“Ho letto l’intervista del presidente dell’Inps, che dovrebbe gestire e non fare politica, in cui dice che andrebbe mantenuta la legge Fornero”.

Si parla anche della sicurezza sul lavoro

E sul tema della sicurezza del lavoro, il sottosegretario si è particolarmente soffermato, confermando che:

“tanti incidenti avvengono anche perché i lavoratori ad un certa età non sono più adeguati a certe mansioni: a 65-66 anni non hanno la contribuzione necessaria per andare in pensione e devono ancora lavorare“

E in merito ha ribadito che all’obiettivo degli 0 infortuni manca ancora troppo. Gli incidenti, però, sono ancora molti e servirebbe anche un cambio di rotta.

A partire dalla scuola. E l’esecutivo vuole arrivarci.
Durigon, quindi, ha posto l’attenzione sui ritmi lavorativi legati all’età, soprattutto se parliamo di quei lavori che hanno ritmi elevati.
Anche fare l’insegnante dopo una certa età, ad esempio, è a rischio. Alcuni studi hanno confermato che determinate patologie colpiscono le persone che sono costrette a rimanere al lavoro dietro la cattedra dopo i 60 anni. In parole povere, più si lavora, quindi si allunga l’età lavorativa, più si rischia l’avanzamento di malattie professionali. Insomma, alcune patologie sono strettamente collegate al lavoro ed è per questo che ad una certa età alcuni lavori non si dovrebbero più fare. Il percorso del nuvo governo per superare la legge Fornero, quindi, è appena iniziato.