Il tema delle pensioni è uno dei più dibattuti a livello nazionale, qualsiasi sia il governo in carica e il periodo in cui se ne discute. Il perché è presto detto: una volta finito di lavorare è indispensabile poter contare su un assegno previdenziale per continuare a vivere. C’è chi non si preoccupa affatto della questione, ritenendola distante anni luce, c’è chi invece è terribilmente preoccupato sull’età di pensionamento. Sicuramente è più vera la seconda possibillità, difficilmente non ci si preoccupa per la pensione e il futuro previdenziale.

Ma la vera domanda che ognuno di noi dovrebbe porsi è un’altra: quanto prenderò di pensione? Non è una domanda banale, affatto, a maggior ragione col ricalcolo delle pensioni interamente col sistema contributivo.

Chi guadagna 1.000 euro al mese quanto prende di assegno?

Non stiamo qui a spiegarvi nel dettaglio, passo passo, tutti i calcoli che bisogna fare per ottenere l’importo della pensione, vi basti però sapere una cosa: chi oggi vive con uno stipendio di 1.000 euro al mese, quando andrà in pensione percepirà una pensione di gran lunga inferiore allo stipendio. Ma c’è di più: se si hanno pochi anni di contributi, il rischio è di non vederla nemmeno la pensione.

Facciamo un esempio concreto. Supponiamo che Carlo (nome di fantasia) percepisca 1.000 euro di stipendio per 20 anni, vale a dire il periodo minimo di contributi richiesto per poter andare in pensione. Stando così le cose, l’importo  maturato sarebbe perfino inferiore ai 450 euro al mese, dunque al di sotto della cifra minima. Ciò significa che il nostro Carlo nemmeno ha diritto alla pensione. Perché?

Per rispondere a questa domanda bisogna tornare a qualche anno fa, quando venne indetta la regola secondo cui è possibile smettere di lavorare a 67 anni se l’importo dell’assegno è pari a 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale. Oggi quest’ultimo corrisponde a 6.542 euro, di conseguenza per il pensionamento a 67 anni occorre raggiungere un importo  pari a 9.813 euro.

Pensioni: ecco cosa rischia chi ha uno stipendio di 1.000 euro al mese

Il problema è che per raggiungere un simile importo a 67 anni uno stipendio di 1.000 euro netti non basta. Un’alternativa però c’è: quella di restare di più al lavoro, almeno fino all’età di 71 anni. In questo caso si spalancherebbe la porta dell’opzione contributiva della pensione di vecchiaia. Resterebbe comunque sempre il problema di un importo non sufficiente per vivere dignitosamente gli ultimi anni di vita. Ma questo sembra che a poche persone interessi, quando invece dovrebbe essere il primo pensiero ogni giorno.

Va anche ricordato che da luglio 2023 aumentano quelle minime previste dal governo nell’ultima Legge di bilancio. Si parla di circa 1,3 milioni di pensionati, che fra poco tempo si ritroveranno degli aumenti della pensione fino a 36 euro in più. La buona notizia è che insieme, negli importi, ci saranno anche gli arretrati da gennaio 2023. Quindi molti over 65 potranno tirare un sospiro di sollievo.

Insomma, anche lo stipendio attuale è fondamentale per il pensionamento futuro. Chi oggi prende uno stipendio basso, quindi sui mille euro come nell’esempio che abbiamo appena fatto, rischia di ritrovarsi nel futuro con una cifra  davvero bassa, che probabilmente non basterà nenche a vivere decentemente. Resterebbe l’ipotesi dell’opzione contributiva della pensione di vecchiaia e quindi lavorare per più anni. Ma al momento in pochi ci pensano, anche se forse dovrebbero.