Si sta parlando molto in queste ultime settimane della pensione anticipata, della proposta dei partiti di cambiare la Riforma delle pensioni Fornero con la presentazione di 5 articoli che permettano agli esodati di poter usufruire di una nuova finestra di pensionamento, ovvero andare in pensione a 58 anni. Tutto molto bello, sembra quasi un miraggio, ed infatti ricevere una pensione decente andando in pensione a quell’età un miraggio lo è davvero (In pensione a 58 anni: nuova riforma per tutelare esodati.). Sono stati fatti elaborati calcoli sulle pensioni che si potrebbero percepire scegliendo di anticipare la pensione a 58 anni per gli uomini e a 57 anni per le donne, e su uno stipendio di 2500 euro mensili si avrebbe una pensione di 688 euro al mese.

Sicuramente una ben misera remunerazione per gli anni di contributi versati, che non renderà sicuramente possibile continuare uno stile di vita che si è tenuto fino al momento della pensione, soprattutto se si deve pagare un affitto o un mutuo e considerando che a 58 anni un uomo è ancora giovane. Secondo i calcoli fatti per avere una pensione che permetta una vita dignitosa si dovrebbero versare durante la vita lavorativa contributi pari a 300/400 mila euro, ha spiegato Bussino,  un docente in materia previdenziale dell’Università Bocconi; una cifra del genere è già difficile da raggiungere per un lavoratore dipendente con un contratto normale, figuriamoci per tutti i lavoratori che ad oggi lavorano con altri tipi di contratto (co.co.co., co.co.pro., ecc…) per i quali la cosa sarà davvero impossibile. Il passaggio al sistema interamente contributivo richiede, per forza di cose, che il lavoratore integri la pensione che gli eroga lo Stato con un sistema pensionistico privato se vuole in qualche modo continuare a percepire una somma dignitosa mensile nel momento che smetterà di lavorare. Bussino spiega “Allo stato attuale delle cose, ma è molto probabile che cambino da qui al 2030, la pensione è inferiore al 50% dell’ultimo stipendio percepito”.
La nuova proposta dei partiti, quella della pensione anticipata a 58 anni per gli uomini e a 57 anni per le donne, dovrebbe essere in via sperimentale fino al 2017, con una sola condizione: aver versato almeno 35 anni di contributi lavorativi. Con l’attuale riforma pensionistica attuata dal ministro Elsa Fornero invece gli anni di contributi richiesti sono 42 per gli uomini e 41 e 1 mese per le donne con un età minima di 62 anni, al di sotto dei quali scattano penalizzazioni a livello economico.