Anche quest’anno è stata stilata la classifica del World Happiness Reportfe che non presenta grosse novità rispetto agli scorsi anni. Ovviamente la ricerca quest’anno si è ritrovata ad affrontare una sfida ardua ovvero quella di analizzare gli effetti della pandemia sul benessere delle persone. L’obiettivo del Report, poi, quest’anno è stato doppio: non solo capire quali sono stati gli effetti del Covid-19 sulla qualità della vita delle persone ma descrivere e valutare come i governi di tutto il globo hanno affrontato la pandemia.

Ecco le info in merito.

Classifica paesi più felici al mondo 2021

I primi 10 paesi più felici al mondo sono:
• la Finlandia,
l’Islanda,
• la Danimarca,
• la Svizzera,
• i Paesi Bassi,
• la Svezia,
• la Germania,
• la Norvegia,
• la Nuova Zelanda e
• l’Austria.
Bene l’Italia che sale dal 28° al 25° posto nonostante l’anno terribile da Covid-19 che si spera si stia lasciando alle spalle grazie al vaccino. La Finlandia si ritrova ancora una volta al primo posto come il paese più felice del mondo secondo i dati tratti dal Gallup World Poll. Questo, anche per le misure che hanno contribuito a proteggere le persone ed i mezzi di sussistenza durante la pandemia.
Il rapporto ha poi cercato di rispondere ad una domanda chiave ovvero perché ci sono stati tassi di mortalità diversi nel mondo. I più alti si sono registrati nelle Americhe ed in Europa piuttosto che in Asia orientale, Africa ed Australasia. Ebbene, i fattori che hanno contribuito a spiegare tale variazione hanno incluso anche l’età della popolazione, la vicinanza ad altri paesi infatti e se il paese fosse o meno un’isola. Anche le differenze culturali sono state importanti. Tra queste, segnaliamo la conoscenza di epidemie passate, la fiducia nei propri governi e la differenza elevata di reddito.
Dall’analisi è emerso che l’esperienza dell’Asia Orientale ha mostrato come politiche governative rigorose non solo hanno controllato con efficacia il Covid-19 ma hanno anche attenuato l’impatto negativo delle infezioni quotidiane sulla felicità delle persone.


Sicuramente nell’anno della pandemia c’è stato anche un immediato e forte declino della salute mentale in molti paesi del mondo ma le stime sono diverse a seconda del paese analizzato e della misura adottata.

Dall’analisi è emerso poi che, a seguito dei vari lockdown e del distanziamento, c’è stato un impatto significativo sul lavoro. Limitando i contatti, infatti, c’è stato l’aumento della solitudine e dell’isolamento soprattutto su chi già ne pativa gli effetti.

Per Jan-Emmanuel De Neve, direttore del centro di ricerca sul benessere dell’Università di Oxford, sono i lavoratori più soddisfatti a rendere di più ma la felicità non dipende soltanto dalla busta paga ma anche dai rapporti interpersonali. Questo dato per De Neve è importante perché in vista di un futuro lavoro “ibrido” si dovrebbe creare un maggiore equilibrio tra il lavoro in ufficio e quello da remoto.
Potrebbe interessarti:  Paesi più infelici al mondo, la classifica del Legatum Institute di Londra
[email protected]