Ora solare si ora solare no. Cambia l’ora a fine ottobre oppure rimarremo con quella legale? Sembra proprio un dilemma direbbe un William Shakespeare dei nostri tempi. Dire che siamo tutti un po confusi dal cambio dell’ora che ci attende tra circa due settimane è un eufemismo. Tra sabato 29 e domenica 30 ottobre, infatti, l’ora legale dovrebbe lasciare il posto a quella solare fino alla fine di marzo. La lancetta sarà spostata un’ora indietro, così dormiremo un’ora in più ma poi le ore di luce saranno molte di meno.

Detto in parole povere, già alle 16/16.30 farà quasi buio mentre la mattina farà giorno prima. Una routine, questa, a cui siamo abituati ogni anno e che fino ad oggi non ha mai causato troppi dibattiti. Con la crisi energetica e il caro bollette, che ormai rappresenta il tema centrale del momento, anche il cambio dell’ora diventa oggetto di discussione.

Ora legale tutto l’anno o cambio all’ora solare? Non è detto potrebbe slittare al 30 novembre con la nuova petizione

Gli esperti, infatti, avrebbero chiesto, almeno per quest’anno, l’abolizione del nuovo orario. Proprio per affrontare i rincari ed impedire che gli italiani spendano ancora di più a causa delle poche ore di luce. Facendo prima buio, infatti, le famiglie si ritroverebbero a dover accendere las luce prima e quindi spendere di più per l’energia. Più che abolire del tutto l’ora solare, è stato chiesto di spostarla un mese dopo.

La Società italiana di medicina ambientale (Sima) e da Consumerismo no profit, sulla rivista Lancet regional heatlh Europe, hanno fatto un appello affinchè il cambio ora avvenga il 30 novembre e non più il 30 ottobre. L’obiettivo è ovviamente quello di consumare meno gas e luce e dare una mano alle famiglie. La petizione firmata su change.org, ha raccolto almeno 60mila firme.

La richiesta è molto chiara: spostare di almeno un mese il cambio ora da legale a solare.

I calcoli di Terna

Abolire l’ora solare potrebbe voler dire risparmiare almeno 2,7 miliardi di euro per il 2023 sui consumi elettrici secondo un’analisi del Centro studi di Conflavoro Pmi. Facendo un esempio pratico e considerando che il 21 dicembre, giorno più corto dell’anno, a Roma il sole tramonterebbe intorno alle 16.40 con l’ora solare e alle 17.40 con quella legale, il risparmio sarebbe cospicuo. È vero che la mattina farebbe giorno più tardi ma la maggior parte delle attività lavorative si svolge proprio nelle ore centrali e non la mattina presto.

Secondo i calcoli di Terna, inoltre, nei 7 mesi del 2022 in cui è in vigore l’ora legale si risparmiano almeno 420 milioni i kilowattora di energia elettrica. Mantenere l’ora legale vorrebbe dire – secondo gli esperti – evitare tutte quelle pratiche di emergenza di cui si parla da giorni. In primis ridurre le illuminazioni e gli orari di lavoro. Insomma, il dibattito è aperto ma manca sempre meno al 30 ottobre e se non si prenderà una decisione immediata si rischierà che non cambierà nulla.