L’olio d’oliva, una delle produzioni italiane più importanti, sta vivendo un periodo difficile. Da una parte c’è un prezzo in continua crescita, dall’altra non si arresta il calo di produzione. Il rischio, sempre più concreto mese dopo mese, è che nei prossimi anni la domanda internazionale non possa più essere soddisfatta. Per noi italiani è davvero difficile rinunciare all’olio di oliva, lo usiamo praticamente per tantissime ricette ed è uno dei capisaldi della nostra cucina. Ma che cosa sta succedendo e cosa si rischia?
Olio d’oliva: costo in aumento un po’ ovunque
Italia, Grecia e Spagna sono i tre principali produttori europei di olio d’oliva.
Le cause dell’aumento del prezzo dell’olio
Come spesso accade da tre anni a questa parte, non c’è una sola causa che determina l’aumento del prezzo dell’olio d’oliva. Il primo fattore è da rintracciare nel sensibile aumento del costo dell’energia. Un secondo elemento da prendere in considerazione è il costo nettamente superiore per l’uso dei fertilizzanti. Quest’ultimo si deve ai rincari sia nel trasporto che nella produzione.
Terzo, ma non per questo meno importante, aspetto da chiave della vicenda è la siccità. Colpa del cambiamento climatico, da considerarsi ormai come una bomba ad orologeria. Si tratta di una condizione che causa la riduzione dei raccolti di olive nell’area del Mediterraneo.
Produzione olio d’oliva: l’Europa fa un passo indietro?
Nel breve termine, lo scenario del mercato dell’olio d’oliva è destinata a mutare in maniera considerevole. A farne le spese l‘Unione europea, che da sola soddisfa i due terzi della domanda globale. Secondo le prime stime della Commissione Ue, l’anno in corso si chiuderà con un calo di produzione pari al 40%. Ecco perché altri Paesi alle porte dell’Europa, come Tunisia, Marocco e Turchia, potrebbero approfittarne per conquistare importanti fette di mercato, mantenendo la propria produzione costante. E se la situazione non dovesse migliorare, per l’Unione europea il futuro è cupo.