Con l’arrivo di ottobre, anche se al momento le temperature sono più estive che autunnali, gli italiani si stavano giusto chiedendo da quando avrebbero potuto accendere i riscaldamenti alla luce del taglio al consumo del gas. Alla fine la decisione tanto temuta è arrivata: il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, ha firmato il Decreto per il nuovo piano di razionamento gas o Piano di riduzione dei consumi di gas naturale, che obbligherà alla riduzione di un grado in casa durante l’accensione dei riscaldamenti.

Nulla di diverso rispetto a quanto anticipato nelle settimane scorse. Sicuramente, però, visti i rincari davvero pesanti che ci attendono, quasi tutti sperano in una stagione invernale non troppo fredda. In moda da prendere due piccioni con una fava: pagare di meno le bollette e soffrire meno il freddo.

Piano di razionamento gas, firmato il decreto con le nuove date di accensione dei termosifoni

Nelle scorse settimane erano già state delineate le nuove regole, che ora con la firma del ministro diventano ufficiali. In sostanza, il periodo di accensione dei riscaldamenti sarà ridotto di 1 ora al giorno. Il funzionamento della stagione invernale sarà accorciata di 15 giorni, posticipando di 8 la data di accensione dei termosifoni e anticipano di 7 lo spegnimento a marzo o aprile. In soldoni: gli italiani potranno tenere accesi i riscaldamenti un’ora in meno al giorno rispetto a prima. La temperatura consigliata sarà quella di 19 gradi e slitta di più di una settimana la data in cui si potranno accendere i riscaldamenti. Data che varia in base alla zona climatica. Oltretutto, in caso di situazioni climatiche sfavorevoli, ogni Comune potrà varare dei provvedimenti appositi per rivedere le regole.

Il calendario

Cambia così, il calendario delle accensioni. Nella Zona A, che comprende Lampedusa e Porto Empedocle, l’avvio all’accensione scatterà dall’8 dicembre fino al 7 marzo e i riscaldamenti si potranno tenere accesi 5 ore al giorno.

Nella Zona B, che riguarda Agrigento, Reggio Calabria, Messina e Trapani, si prevede l’accensione dall’8 dicembre al 23 marzo per 7 ore al giorno. Per la Zona C, che comprende gran parte della Puglia, Napoli, Imperia e Cagliari, l’accensione sarà consentita dal 22 novembre al 23 marzo per 9 ore al giorno.

Dell’Area D, fanno parte le provincie di Firenze, Ancona, Roma e gran parte di Toscana, Umbria, Lazio, Campania. Qui l’accensione sarà consentita dall’8 novembre al 7 aprile per 11 ore. Nell’Area E, quindi tutta la pianura Padana nord (Aosta, Torino, Milano, Bologna) e la dorsale appenninica, l’Aquila e la Basilicata si potrà accedere dal 22 ottobre al 7 aprile per 13 ore al giorno. Chiude la Zona F, quindi i comuni dell’Arco alpino, dove non sono previsti limiti.

Per far capire meglio le date agli italiani, basta fare un esempio. A Milano dove i riscaldamenti si potevano accendere dal 15 ottobre al 4 novembre, ora la data slitta al 22 ottobre e anticipata al 7 aprile. A Roma, prima si poteva accendere dal 1 novembre al 15 aprile, adesso dall’8 novembre.
Molto presto dovrebbe anche arrivare il nuovo vademecum dell’Enea (Energia Nucleare Energie Alternative). Servirà per aiutare i cittadini ad abituarsi alle nuove regole e le indicazioni essenziali per rendere il cambio “meno traumatico”. Anche se di traumatico non c’è proprio nulla. Sono sacrifici di poco conto che ci faranno risparmiare almeno un pò di soldi in bolletta.