Continuano a crescere i positivi contagiati dalla variante Omicron 5 del Covid. L’ultimo bollettino del 12 luglio parla di 142mila casi accertati, numeri che non si vedevano da gennaio. Nonostante tutto, sembra che il picco dei contagi sia vicino e intanto il governo ha aperto alla quarta dose di vaccino anche per over 60, fragili di tutte le età e chi è guarito dal covid da più di 120 giorni. Le prenotazioni sono iniziate tra ieri e oggi nella maggior parte delle Regioni.

Nuovi sintomi covid, con la variante Omicron 5 anomalie nei tamponi

A preoccupare gli esperti sono i nuovi sintomi del covid e alcune anomalie nei tamponi.

A quanto pare, l’insorgenza dei sintomi non corrisponde alla positività del tampone e si rischia che persone infette non siano in isolamento. Sono sempre di più i casi di tampone negativo ma persone con sintomi che poi essendo negativi sulla carta non rispettano l’isolamento e rischiano di diffondere il virus. Rispetto al passato i sintomi di Omicron sono meno gravi, molto spesso chi si contagia presenta febbre alta, mal di gola, rinorrea, stanchezza e dolore muscolare, ma anche dolori articolari e alle ginocchia.

Solitamente si torna negativi nel giro di 7 giorni, a volte meno, a volte 10 ma raramente di più. Anche i tempi di incubazione si sono accorciati rispetto alle altre varianti. Solitamente bastano due o tre giorni dal contatto per essere positivi, anche se i tempi possono essere più lunghi.

L’OMS chiede il ritorno alle restrizioni

Intanto, l’OMS ha chiarito che il numero dei morti per Covid è alto e quindi i governi dovrebbero valutare nuove restrizioni. Il direttore generale Tedros Ghebreyesus ha chiarito che:

«Il comitato di emergenza su Covid che si è riunito venerdì scorso ha concluso che il virus rimane un’emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale. Le sottovarianti di Omicron, come BA.

4 e BA.5, continuano a guidare ondate di casi, ricoveri e morti in tutto il mondo. Inoltre, ed è il secondo punto la sorveglianza si è ridotta in modo significativo rendendo sempre più difficile valutare l’impatto delle varianti sulla trasmissione, le caratteristiche della malattia e l’efficacia delle contromisure. E infine, il terzo punto è che la diagnostica, i trattamenti e i vaccini non vengono implementati in modo efficace».

Dunque, l’OMS pensa che sia fondamentale ripensare alle restrizioni e puntare ancora sui vaccini, che secondo uno studio pubblicato su Economist avrebbero salvato 20 milioni di persone nel primo anno di somministrazione.