È proprio una terribile tegola quella che gli scienziati stanno confermando in merito alla nuova variante Covid scoperta a maggio scorso in Sud Africa. A quanto pare si parla in questo caso di un virus più pericoloso per l’ennesima mutazione subita. Ma soprattutto, si tratta di un virus immune agli attuali vaccini.

Variante Covid del Sud Africa, c’è preoccupazione

Gli scienziati hanno scoperto la nuova variante definita “C.1.2“ a maggio in Sud Africa. Si tratta di una variante del Covid, come dicevamo, che è secondo gli esperti più infettiva e per questo motivo preoccupa non poco, anche perché secondo gli studi fin qui effettuati è anche in grado di eludere l’intervento dei vaccini.

A riportare la notizia di questa importante scoperta è stato il Jerusalem Post, e sappiamo quanto proprio in Israele si stia facendo una grande campagna vaccinale con nuove dosi pronte per la popolazione.

Lo studio è in attesa di una nuova revisione che confermi il quadro fin qui offerto, ad ogni modo del che già sappiamo a riguardo è che la nuova variante è mutata in maniera sostanziale rispetto a C.1, quella sudafricana infatti si caratterizza secondo gli studiosi per essere la variante con più mutazioni rispetto al ceppo originario, quello partito da Wuhan. Insomma, si complica la questione variante Covid con questa nuova mutazione, e ora si spera soltanto che si riesca a trovare un rimedio in fretta.

Variante Covid, ecco dove è stata trovata

Se pensate che la nuova variante Covid del Sud Africa sia un problema soltanto sudafricano vi sbagliate di grosso. Da maggio infatti la nuova variante è stata già trovata nelle seguenti nazioni: Inghilterra, Cina, Repubblica Democratica del Congo, Mauritius, Nuova Zelanda, Portogallo e Svizzera. Insomma, situazione estremamente delicata, nessun caso ancora in Italia, ma la paura che possa prima o poi arrivare è davvero molto alta. Riguardo invece al nuovo studio atteso, l’articolo del Jerusalem Post ha così concluso: “Gli scienziati hanno aggiunto che è necessario ulteriore lavoro per comprendere l’esatto impatto di queste mutazioni e vedere se danno alla variante un vantaggio competitivo rispetto alla variante Delta“.

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