Il gruppo Ingka, la holding che gestisce 367 negozi sui 422 totali di Ikea, ha annunciato un aumento dei prezzi dei prodotti di circa il 9% a livello mondiale. I rincari seguiranno l’andamento dell’inflazione nei singoli paesi, per cui non si tratta di aumenti omogenei, in alcuni luoghi potrà essere maggiore, in altri minore. I più elevati si avranno in Europa e negli Stati Uniti.

La crisi Ikea e le ragioni dell’economia

Purtroppo, per la prima volta da quando l’aumento dei costi ha iniziato a influenzare l’economia globale”, si legge nel comunicato, “dovremo trasferire alcuni aumenti sui costi ai nostri clienti”.

Quali sono le ragioni e perché tutto è connesso anche con gli aumenti delle bollette di luce e gas? Il peso della crisi energetica si è deciso di scaricarlo sui consumatori e la politica, non solo nazionale ma anche internazionale, è ferma al palo. Al momento nessuna decisione. E il rischio è che l’aumento incondizionato dei prezzi di molti beni necessari e di consumo possa frenare la crescita.

Perché Ikea aumenterà i prezzi del 9%?

Il colosso svedese, che ha rivoluzionato il concetto stesso di arredamento, si è arreso all’aumento dei costi di trasporto e ai prezzi di fornitura. Ma quanto sta accadendo a Ikea rappresenta un caso fondamentale per comprendere l’andamento dell’economia globale. L’annuncio infatti è arrivato nel momento in cui grande preoccupazione suscita l’incremento dell’inflazione in tutto il mondo. Le ragioni sono da trovarsi innanzitutto nell’interruzione delle catene di distribuzione globale e nella diminuzione dell’offerta di prodotti essenziali all’interno del mercato globale. In un momento di crescita economica e dunque di aumento della domanda, la scarsità dell’offerta porta a una crescita dei prezzi anche delle materie prime.

Si parla di una vera e propria impennata dei costi per quanto concerne l’acciaio, il legno e il rame, per parlare di materie prime fondamentali, e per quanto riguarda elettricità, gas e benzina, fonti energetiche decisive per la produzione e la distribuzione.


Per comprendere l’impatto dell’inflazione sull’economia del 2022, basta mostrare alcune percentuali. La zona euro, secondo le ultime stime di novembre 2021, ha fatto segnare un aumento dei prezzi del 4,9%, dato record sin dall’introduzione della moneta unica nell’ormai lontano 1999. Anche gli USA sono alle prese con il medesimo problema: l’inflazione si è attestata al 6,8% (il dato è di dicembre 2021) e si tratta del livello più alto mai raggiunto da 39 anni.
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