Per le materie prime la Russia potrebbe volere rubli per tutto l’export. Non solo quindi per il gas ma anche per il grano ed il legname. Intanto è notizia di poche ore fa che il rublo ha recuperato sul dollaro ed è tornato ai livelli di prima della guerra nonostante le sanzioni. La valuta si scambia infatti a 75,5 per dollaro rispetto ai 140 per un dollaro circa degli inizi di marzo quando era crollato. Questo valore è il migliore dal 22 febbraio, due giorni prima dell’inizio del conflitto quando era a 80 euro per dollaro.

Materie prime dalla Russia in rubli, non solo il gas

Pagamento in rubli per tutto l’export anche per le commodity agricole, il petrolio e le materie prime per i fertilizzanti. Questo è quanto vorrebbe Vyacheslav Volodin, presidente della Duma di Stato russa. Ha chiesto infatti Mosca di prendere in considerazione la richiesta di pagamenti in valuta russa non solo per il gas. Anche per le esportazioni di cereali come il grano e di petrolio, legname, fertilizzanti ed altre materie prime oltre per che per il gas.
Per il passaggio definitivo al pagamento in rubli del gas, spiega il portavoce del presidente, Dmitry Peskov, ci vorrà però del tempo. Ci sono infatti delle questioni tecniche da sistemare. Si parlava di partenza per la conversione da oggi ma non sarà così per problemi tecnologici e ragioni tecniche. I paesi europei però non ci stanno e il presidente francese per questo ieri ha discusso a lungo con Putin.
Mosca però sembrerebbe convinta a proseguire per questa strada. Volodin ha infatti affermato che la decisione di Putin di volere i pagamenti in rubli per il gas è vantaggiosa per la Russia. Proprio per questo sarebbe auspicabile che l’elenco dei prodotti pagati in rubli fosse ampliato. Come spiegato, la Russia è un importantissimo esportatore non solo di gas ma anche di petrolio e grano.

Lo stesso in un post su Telegram ha anche scritto “Dovete pagare per le vostre decisioni” riferendosi ovviamente alle sanzioni. Ha aggiunto inoltre che con esse non si è isolata la Russia bensì l’Europa.
Leggi anche: Allarme rosso sulla produzione di grano mondiale: non solo crisi alimentare, ma anche carestie gravissime
[email protected]