Come stanno le mamme italiane? I nuovi dati statistici sulla maternità nel nostro paese fanno il punto della situazione su quello che è uno degli argomenti più importanti di sempre. Mettere al mondo un figlio, infatti, è un evento universale, forse l’evento esistenziale per eccellenza, visto che riguarda tutti ed è da sempre motivo di grande riflessione.

Già Erasmo da Rotterdam, il filosofo olandese vissuto nel XV secolo, si interrogava su tale fenomeno. Nel suo saggio Elogio della Follia, indagava l’importanza della pazzia nel mondo, quel sentimento irrazionale che è parte di tutti noi e che diventa spinta vitale proprio nel momento della nascita.

Le donne sono folli, diceva Erasmo, poiché accettano il dolore del parto e, con questa accettazione, danno origine alla vita.

Mamme italiane, i dati aggiornati

Razionalità e irrazionalità spesso vanno a braccetto, e in questo donne e uomini sono incredibilmente simili. La riflessione di Erasmo però rimane, ed è motivo di attenta analisi anche ai giorni nostri. Ma mettiamo un attimo da parte la filosofia e concentriamoci sui freddi numeri diramati dal Ministero della Salute. Le statistiche ci dicono che le mamme italiane partoriscono dopo i 30 anni, la media è fissata sui 33. L’analisi è stata stilata grazie a 364 punti di nascita presi in esame e si riferisce ai parti avvenuti nel 2021.

Secondo i dati, il 95,4% dei papà entra in sala parto per assistere alla nascita del proprio bambino. Sono numeri in aumento rispetto al passato, ma il dato più interessante è forse quello relativo al taglio cesareo. Sono sempre più numerosi infatti gli interventi chirurgici registrati sulle nostre mamme, le quali optano per questa soluzione al posto del parto naturale. E qui ci riallacciamo con prepotenza al discorso di Erasmo da Rotterdam: le mamme italiane stanno rinunciando a quella vitale follia che dà origine alla vita?

Partorire sì, ma senza dolore

“Uomo, tu lavorerai con grande sudore. Donna, tu partorirai con grande dolore”. La frase del Genesi, il primo libro della Bibbia, sembra ormai non essere più adatta ai nostri tempi.

Il lavoro oggi non è prerogativa esclusiva degli uomini. Perché, dunque, le donne dovrebbero sobbarcarsi questo sofferente impegno, se è possibile ottemperarlo ugualmente senza troppo dolore? I segnali di un mondo in grande cambiamento sono sotto gli occhi di tutti, basta saperli leggere.

Il cambiamento non è necessariamente un male, così come non sempre è un bene. L’evoluzione è sostanzialmente adattamento a ciò che ci circonda e, quando le condizioni esterne mutano, è consequenziale che anche l’uomo cambi i propri comportamenti per trovare il giusto spazio nel mondo. C’è comunque da aggiungere che, in realtà, il taglio cesareo è richiesto anche perché prevede di poter organizzare meglio il momento della nascita. Tornando a parlare di numeri, le mamme italiane preferiscono le strutture pubbliche a quelle private (88%). Infine, per quanto riguarda la fecondazione assistita è stata richiesta 2,9 volte ogni 100 gravidanze.