Il surriscaldamento globale e il caldo che avanza anno dopo anno stanno favorendo la diffusione della malattia di Lyme, la cosiddetta ‘malattia della zecca’. A rivelare la situazione è uno studio, pubblicato sulla rivista BMJ Global Health, che sottolinea l’incremento dell’incidenza della malattia nell’ultimo decennio. Le punture di zecca, infatti, possono trasmettere il batterio Borrelia Burgdorferi, che rappresenta la causa principale di diffusione della malattia di Lyme. Ma cos’è? Qual è la sua pericolosità? Perché se ne sta parlando?

I sintomi della malattia di Lyme

I sintomi della malattia di Lyme sono estremamente generici e quindi difficilmente si riconoscono come collegati a questa patologia.

A seguito del morso della zecca, la sintomatologia può insorgere dopo pochi giorni ma anche dopo alcune settimane. Si va dalla febbre al mal di testa, alle eruzioni cutanee alla debolezza e astenia. La malattia, se riconosciuta per tempo, non è molto grave e può essere trattata mediante cura antibiotica specifica. Il problema è che se non si interviene subito, se non si riconoscono i sintomi, l’agente patogeno può produrre infiammazioni in tutto il corpo e provocare danni anche di lunga durata.

Lo studio appena pubblicato sulla malattia di Lyme

La ricerca sulla malattia della zecca è stata condotta dalla Kunming Medical University in Cina. Si tratta dell’analisi di 89 precedenti studi che sono stati condotti tra il gennaio 1984 e il dicembre 2021. Queste ricerche prevedevano, tra l’altro, l’analisi del sangue per un totale di circa 150.000 persone. Analizzando i dati ed esaminando la presenza eventuale degli anticorpi contro Borrelia Burgdorferi, segno che la persona ha contratto la malattia di Lyme, si è scoperto che il tasso globale di infezione è del 14,5%. Praticamente una persona su sei/sette ha contratto questa patologia.
I dati si differenziano a seconda dell’area geografica di appartenenza. L’area più colpita è l’Europa Centrale, dove si segnala il 20,7% di infezioni (più di una persona su cinque), a seguire l’Asia Orientale con il 15,9% e l’Europa Occidentale con il 13,5%.

È meno presente invece in altre zone del pianeta: il Nord America fa segnare un’incidenza del 9%, mentre i Caraibi, l’Oceania e l’Asia Meridionale sono al di sotto del 5%.

La diffusione della malattia di Lyme cresce nel tempo: quali sono le ragioni?

L’elemento più interessante dello studio riguarda la crescita delle infezioni da malattia di Lyme nell’ultimo decennio. Nel periodo compreso tra il 2010 e il 2021 si è avuta una diffusione nettamente superiore rispetto al periodo compreso tra il 2001 e il 2010. Le ragioni, secondo i ricercatori, sono da collegarsi con il surriscaldamento globale. Il clima più caldo e rovente permette alle zecche di diffondersi in regioni dove erano assenti e soprattutto di sopravvivere più a lungo. Gli autori sottolineano come l’allungarsi delle estati e il fatto che gli inverni diventano sempre più caldi, con in aggiunta un cambiamento nelle distribuzioni delle precipitazioni, giocheranno sempre più un ruolo decisivo nella distribuzione delle zecche e dunque nella diffusione della malattia di Lyme.
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