L’azienda artigianale italiana dell’abbigliamento di lusso Loro Piana passa in mani francesi. Il colosso Lvmh di Bernard Arnault ha acquisito l’80% del capitale del gioiello italiano per 2 miliardi di euro. Il restante 20% resta nelle mani dei fratelli Pier Luigi e Sergio Loro Piana, rispettivamente presidente e vice-presidente e ad della società. I due potranno continuare anche a restare nelle loro attuali cariche e commentano positivamente l’accordo con Lvmh, sostenendo che la loro azienda potrà continuare ad occuparsi del lusso italiano al meglio, avendo ora i capitali necessari per sviluppare il potenziale, mantenendo un’identità italiana.

Dal canto suo, anche Arnault dichiara che il suo gruppo potrà apportare un grosso sostegno all’ultima conquista italiana, pagata 3,8 volte il fatturato stimato per il 2013 e 17,5 volte superiore al suo Ebitda.  

LVMH compra Loro Piana: l’analisi di Ubs

Gli analisti di Ubs calcolano che a queste cifre, Loro Piana rappresenterà il 6% delle vendite e il 3% dell’Ebit della divisione Fashion & Leather del gruppo francese. I multipli a cui i marchi del lusso vengono acquistati confermano che tali aziende sono valutate molto bene dal mercato e ciò sta spingendo stamane al rialzo tutto il comparto del lusso a Piazza Affari, come Tod’s (+2,43%), Salvatore Ferragamo (+2,53%), Brunello Cucinelli (+3,15%) e Luxottica (+0,84%). Lvmh possiede già altri marchi del lusso made in Italy, ossia Bulgari, Fendi e Pucci. E l’altro gruppo francese Kering-Ppr della famiglia Pinault detiene il controllo di Gucci, Brioni e Pomellato. Lo Piana è stata fondata nel 1924 a Quarona Sesia, in Piemonte, da Pietro Loro Piana. I vertici attuali rappresentano la sesta generazione di una lunga tradizione familiare, che rischia di prendere adesso le vie della Francia.  

Il tramonto del capitalismo italiano

Ad onor del vero va detto che difficilmente una produzione così caratteristica del made in Italy potrà essere delocalizzata altrove, anche perché il valore aziendale risiede proprio nella sua specifica italianità.

Tuttavia, colpisce come uno dietro l’altro, tutti i marchi del lusso italiano stiano per essere comprati da mani straniere, dimostrazione lampante del noto capitalismo senza capitali dell’Italia. E peggio: del disinteresse dei grandi nomi del capitalismo nazionale ad ampliare il loro business in settori ancora inesplorati. Per non parlare dell’assenza totale di un qualsivoglia colosso finanziario nazionale, in grado di competere con Monsieur Arnault o i Pinault. La lista già lunga dei marchi italiani passati di proprietà agli stranieri non potrà che essere aggiornata.