Solo pochi giorni fa è arrivata, come di consueto, la bolletta del gas. Un salasso. Già alcuni mesi fa pensavo: “Chissà si sarà toccato il fondo?”. E invece no. I prezzi sono sempre più alti e le ultime notizie parlano di nuovi aumenti da ottobre. Ancora peggiori. L’emergenza gas è ormai tangibile. Il rischio di dover passare un inverno al freddo o con limitazioni, come un lockdown, pur dovendo pagare una bolletta salata è più che una possibilità. Gli italiani si ritrovano impotenti davanti ai rincari e sperano in un intervento del governo al più presto.
Con i rincari del gas e il possibile taglio delle forniture dalla Russia si rischia un lockdown
I nuovi rincari, insieme al rischio che la Russia chiuda del tutto i rubinetti, ci mettono davanti ad un autunno di fuoco. A rimetterci sono anche le aziende: le ultime stime parlano di almeno 120mila imprese a rischio chiusura e 370mila posti di lavoro a rischio. Al Corriere della Sera, anche Bonomi ha chiesto al governo un intervento urgente e nuove misure per evitare il peggio a partire da ottobre. Un cambiamento serve adesso – ha sottolineato il presidente di Confindustria – non si può aspettare il nuovo governo, altrimenti si rischierebbe di arrivare tardi.
Intanto, si discute sempre di più della possibilità di far ricorso al razionamento del gas e dei consumi. A partire dalle imprese. Dopo le aziende toccherebbe a case, scuole e negozi, fino ad arrivare ad un vero e proprio “lockdown energetico”. Questa parola ormai è entrata di diritto nel nostro vocabolario, da quando è iniziata la pandemia. Il premier Draghi è al lavoro per un decreto urgente a favore di famiglie e imprese. Quello che accadrà, ad oggi, è ancora incerto.
Cosa può fare il governo?
Cosa potrebbe fare il governo per evitare il lockdown e uscire da questa spirale negativa? Tra le ipotesi troviamo la proroga della cassa integrazione “scontata” per i settori industriali più a rischio, più aiuti alle famiglie e il potenziamento dei crediti d’imposta. Il bonus sociale potrebbe essere esteso a nuovi nuclei e si pensa anche all’azzeramento temporaneo dell’Iva sul gas.
Difficile, però, evitare il taglio del 7% dei consumi fino a marzo 2023. Resta anche lo spettro della chiusura anticipata dei negozi, imprese e locali. Due gradi in meno nelle abitazioni e lo spegnimento in anticipo dei monumenti.
Prepariamoci ad un inverno difficile, o comunque più complicato del solito. Sicuramente non rimarremo al freddo ma qualche sacrificio sarà necessario.