Con due ospiti così la puntata di ieri, 11 settembre 2013, de La gabbia, non poteva che fare grandi ascolti: Marco Travaglio e Daniela Santanché sono stati protagonisti di una lite che non ha risparmiato colpi bassi e frecciatine sulla vita privata. Il giornalista e la deputata del Pdl non potrebbero essere più diversi eppure li accomuna il fatto di non avere peli sulla lingua e di saper essere molto pungenti.  

Santanché: Travaglio ha una condanna quindi è un delinquente. Tutti i reati sono uguali?

Ad iniziare è la Santanchè che si riferisce a Travaglio chiamandolo “delinquente”, volendo imitare quello che lui fa con Berlusconi su Il Fatto, visto che ha una condanna confermata in terzo grado.

Lui non perde tempo per rispondere: “Devo decadere da senatore?” chiede provocatoriamente in prima battuta. Poi continua: “quello che ha detto prima è una cosa miserabile, ha fatto 10 minuti di starnazzamenti”. Il vicedirettore de Il Fatto precisa poi di avere una sola condanna di mille euro su oltre 300 denunce per diffamazione: “pensano di poter mettere sullo stesso piano un reato come questo con uno che ha fregato 300 milioni alla collettività da presidente del Consiglio, o in parlamento? La Santanché sa benissimo di aver detto una poveracciata”. Le denunce per diffamazione peraltro sono inevitabili oggi per chi fa il suo lavoro: “veniamo denunciati per gli articoli che scriviamo. Se vuole sapere qualcosa sui giornalisti diffamati si rivolga in famiglia”. Il riferimento è chiaramente al marito della Santanché, Alessandro Sallusti. Ma lei non batte ciglio: “Io so di vivere con un delinquente abituale”. La “signora” (sul termine Travaglio insiste provocatoriamente) continua ad interrompere il giornalista tanto che, rivolgendosi al presentatore Paragone, Travaglio invoca un esorcista.  

Decadenza Berlusconi: sorprese dal Pd?

Sul caso Berlusconi Travaglio si dice convinto che alcuni difensori tra le file del Pd verranno fuori al momento del voto segreto in Aula.

La Santanché non gradisce le “lezioni di diritto” di Travaglio e critica il suo giornale che, dopo l’assoluzione di Mario Mori, ha portato avanti una “campagna vergognosa dicendo che era una sentenza non accettabile”.