La ‘lista Dubai’ scuote l’Europa. Nei giorni scorsi, la Germania ha annunciato di essere entrata in possesso nel mese di febbraio di CD acquistati da una fonte anonima per 2 milioni di euro. In essi, compaiono i nomi di tutti i cittadini stranieri con asset nella capitale degli Emirati Arabi Uniti. Tra questi, risulterebbero migliaia di tedeschi. Il ministro delle Finanze, Olaf Scholz, in corsa per la cancelleria a settembre per il Partito Socialdemocratico, ha espresso apprezzamento per una misura, che aiuterebbe i funzionari tedeschi a fare luce “negli angoli bui” del fisco.

La lista è stata inviata dal governo federale agli uffici dei Laender, affinché possano incrociare i dati con quelli in possesso e scovare eventuali mancate dichiarazioni di redditi e patrimoni a Dubai.

Non è la prima volta che succede una cosa simile. La stessa Germania era entrata in possesso di un file relativo ai clienti della banca svizzera UBS nel decennio passato, con cui ha trovato diversi evasori fiscali tedeschi e rimpinguato le sue casse per svariati miliardi di euro. E come non ricordare la famosa ‘lista Falciani’, dal nome del funzionario di HSBC, che inviò alla Francia documenti contenenti oltre 100.000 nomi e grazie ai quali furono recuperati nel mondo più di 100 miliardi di dollari di gettito fiscale. Malgrado le proteste della Svizzera, che in entrambi i casi lamentò la violazione degli accordi sul segreto bancario, la macchina della giustizia si è mossa indisturbata nei paesi europei e negli USA.

Adesso, sappiamo per espressa dichiarazione del vice-ministro dell’Economia, Laura Castelli, che anche l’Agenzia delle Entrate, su impulso del Ministero di economia e finanza, ha fatto richiesta alla Germania per avere i CD. Obiettivo chiarissimo: spulciare tra i nomi dell’elenco per verificare se ne ve siano di cittadini italiani con redditi prodotti a Dubai e non dichiarati al nostro fisco.

Con una sentenza del 2019, la Corte di Cassazione dichiarò che i dati contenuti nella lista Falciani fossero utilizzabili sia in fase amministrativa che contabile. Tradotto: se qualcuno venisse pizzicato ad avere nascosto dichiarazioni al fisco, non potrebbe eccepire alcunché sul piano formale.

La lista Dubai arriva all’indomani della potente crisi economica provocata dalla pandemia, così come i vari “leaks” degli anni passati sono stati successivi alla crisi finanziaria mondiale del 2008-’09. La necessità degli stati di fare cassa indusse allora come oggi i governi ad applicare metodi poco ortodossi per recuperare gettito fiscale. Il dopo-pandemia è ufficialmente iniziato.

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