Anno dopo anno le imprese italiane sono alla ricerca di un numero crescente di profili tecnici, salvo però non trovarli, i cosiddetti lavori introvabili. Un problema non di poco conto, dal momento che questo comporta una minore competitività aziendale e un tasso di occupazione inferiore rispetto a quello che si potrebbe raggiungere.

Il dato dell’ultimo bollettino di Excelsior, in collaborazione con Unioncamere e Anpal, suggerisce che la distanza tra domanda e offerta di lavoro è nell’ordine del 36%, su un totale di oltre 500 mila assunzioni previste nel mese di ottobre.

Secondo un recente studio redatto da Censis-Confcooperative, i lavoratori introvabili sono circa 233 mila. Tutto questo ha inoltre pesanti ripercussioni economiche per l’Italia, quantificate in 21 miliardi di euro.

I lavori che non si trovano e le aziende cercano

L’indagine “Professioni 2030: il futuro delle competenze in Italia”, elaborata da Edy e manpowerGroup, rivela che le difficoltà delle aziende di trovare nuovi lavoratori sono associate a laureati, operai specializzati, professioni tecniche e professioni specialistiche. A questo proposito, la ricerca sottolinea come nei prossimi anni le imprese si rivolgeranno soprattutto verso profili che potranno offrire una qualifica alta o medio-alta.

Secondo l’analisi di Assolombarda, i mestieri più ricercati dalle aziende sono tecnico manutentore, specialistica della logistica, tecnico di assistenza IT, specialista della sicurezza e analista di sistema.

Un altro profilo molto richiesto ha per protagonista il ruolo di ingegnere. Nel dettaglio, le figure più richieste dalle aziende sono gli ingegneri informatici, seguiti a ruota dagli ingegneri meccanici e ingegneri elettronici. Altre specializzazioni, sempre collegate agli ingegneri, prevedono di lavorare per realtà a stretto contatto con i big data e la blockchain.

Tra i lavori introvabili anche i medici di base

Sembrerà strano, considerando che l’Università di Medicina è a numero chiuso, ma oltre 1,5 milioni di italiani sono oggi senza un medico di base.

E la situazione è destinata a peggiorare nel prossimo futuro: entro il 2027, infatti, si prevedono oltre 35.000 pensionamenti.

Mancano infine magazzinieri e autisti, due elementi fondamentali nel settore della logistica. Secondo il direttore generale di Confetra Ivan Russo, nel nostro Paese mancano 5.000 autisti, nonostante stipendi superiori a 3.000 euro al mese.

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