Siamo tutti un po ‘ abituati a svegliarci la mattina e bere una tazza di latte fresco con il caffè. Per noi italiani è una vera e propria consuetudine. Presto il latte fresco potrebbe diventare un lontano ricordo? A quanto pare per una grande azienda del settore sarà così. Niente paura, questo non significa che non berremo più latte ma che sarà sostituito da quello pastorizzato con una data di scadenza a dieci giorni. Ma quali sono i motivi che stanno portando Granarolo a questa decisione? Da un lato ci sono i cambiamenti di abitudini d’acquisto delle famiglie, dall’altro gli sprechi in negozio e durante la distribuzione.

Latte fresco addio nel 2023, berremo quello pastorizzato

Per Granarolo, quindi, potrebbe arrivare una scelta molto importante. Secondo Gianpiero Calzolari, il presidente della cooperativa bolognese, dopo la pandemia non è più possibile ignorare i cambiamenti relativi alle abitudini di acquisto ma anche la questione degli sprechi:

“Il consumatore sceglie sempre di più cibi con una durata più lunga, perché non fa più la spesa con la stessa frequenza di prima”

Insomma, è il cliente a dettare le regole e poi bisogna anche considerare che buttare via il latte è un crimine. Da qui la scelta di rivedere la vendita di latte e dedicarsi a quello pastorizzato, che sembra essere uguale a quello fresco. Granarolo, infatti, negli ultimi test ha analizzato il latte pastorizzato che non sembra poi così differente da quello fresco. Gli assaggiatori, infatti, non hanno trovato differenze guardando al gusto e ai valori nutrizionali. I test hanno confermato che il latte che dura di più è più amato, proprio perché le persone non fanno più la spesa di frequente. Spesso fanno una spesa settimanale e per questo preferiscono prodotti che durano di più. L’azienda ha confermato che in questo modo c’è anche maggiore richiesta di latte a lunga scadenza, fino a 10 giorni.

Il nuovo latte è più sostenibile

In tutto ciò, bisogna anche sottolineare che il nuovo latte è più sostenibile sia per l’ambiente che per la filiera. La confezione, infatti, contiene un tappo che ha la plastica ridotta del 35% e non si stacca dalla bottiglia come prevede la Ue.
Anche per il latte, inoltre, non bisogna dimenticare il problema della siccità, che a catena potrebbe coinvolgere anche questo prodotto a causa della mancanza dei foraggi.

Ad oggi non c’è un problema di carenza di latte ma non possiamo sapere in futuro come sarà. Insomma, anche una bevanda che da sempre fa parte della nostra vita quotidiana cambia faccia e si adatta ai tempi che cambiano e ai problemi ambientali.