La situazione dei contagi in Italia a causa della pandemia di coronavirus si fa sempre più grave. Dopo l’avvio del nuovo Dpcm, che sarà già modificato con nuove regole a partire dal weekend, in tanti si chiedono quando ci sarà il picco.

La terza ondata della pandemia è arrivata

Mentre nel nostro paese aumentano le zone rosse locali, soprattutto al Centro-Nord tra Lombardia, Emilia Romagna, Toscana e Marche, nell’ultimo bollettino si parla di quasi 20mila contagi e un tasso di positività arrivato a 5,7%.


Che ormai la terza ondata sia iniziata è chiaro, tanto che gli esperti iniziano anche ad ipotizzare una data per il presunto picco. Fabrizio Pregliasco, noto virologo dell’Università degli Studi di Milano, a Rai Radio 1, durante il programma Un Giorno da Pecora, si è così espresso in merito:

“Siamo alla terza ondata, o almeno ad un rigurgito della seconda. Abbiamo dati in crescita dal 20 febbraio con ricoveri e terapie intensive sempre più piene, il che fa pensare ad un possibile picco alla fine di marzo. I modelli matematici per i contagi ci dicono che rischiamo di arrivare anche a 40mila al giorno. Il lockdown prolungato sarebbe più efficace e rapido ma mi rendo conto anche che sarebbe insopportabile. Forse potrebbe essere molto efficace anche un coprifuoco anticipato, alle 20 o alle 21”.

Quando arriverà il picco?

Di fatto, parlando di picco, gli esperti hanno ipotizzato che da metà marzo in poi si dovrebbe raggiungere questo traguardo con il boom a fine marzo. La discesa insomma inizierà solo a fine mese o addirittura ad aprile, un pò come era accaduto l’anno scorso, quando il virus aveva frenato la sua corsa a partire dalla primavera inoltrata. I prossimi quindici giorni saranno di importanza cruciale per capire come si muoverà il virus e aspettare che passi questa terza ondata che era già stata prevista dagli esperti.


Secondo Giovanni Rezza, invece, direttore della Prevenzione al ministero della Salute, continuando con la campagna vaccinale e non allentando le misure, si dovrebbe tornare alla normalità entro 7-13 mesi. Questo significa che tra l’autunno 2021 e l’inizio del 2022 c’è qualche speranza di poter uscire da questo incubo.

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