L’Isis minaccia l’Europa con la scusa della guerra in Ucraina? Dopo l’incubo pandemia e il conflitto tra Russia e Ucraina, il portavoce dello Stato islamico, Abu Omar al-Muhajir, è tornato a minacciare l’Occidente e lo ha fatto tramite un messaggio video inviato su Telegram.

Isis minaccia Europa, il nuovo timore dopo la guerra in Ucraina

Sembra che l’Isis voglia usare la guerra come pretesto per colpire l’Occidente, attaccare i crociati e vendicare gli ex leader uccisi.

Come riporta Il Fatto Quotidiano, nel video di al-Muhajir, si invitano gli i jihadisti a riprendere gli attacchi in Europa:

“I tempi sono maturi: attacchiamo l’Europa mentre i crociati si combattono fra loro. Annunciamo, con l’aiuto di Dio, l’inizio di una battaglia benedetta per rivendicare i due sceicchi Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi e al-Muhajir Abu Hamzah al-Qurayshi. Se colpite, colpite duramente in modo da causare dolore e terrorizzare”.

Il messaggio è intitolato “Combattili e Dio li castigherà per mano tua” e parla chiaro.

Che cosa vuole Abu Omar al-Muhajir

Lo scopo è trarre vantaggio dalla guerra in Ucraina – ha sottolineato Abu Omar al-Muhajir – inoltre nel video rimarca la volontà di bruciare i crociati e che la guerra non finisca fino a quando “non verranno bruciati”. Solo a marzo, l’Isis ha confermato la morte del suo ex leader al-Qurayshi, ucciso durante un’operazione militare Usa nel nord ovest della Siria.

Al suo posto è stato nominato Abu al-Hassan al-Hashimi. Le parole del portavoce dello Stato islamico hanno fatto allarmare l’Occidente, che ora dopo il conflitto in Ucraina tema di nuovo il ritorno dell’Isis che per anni ha terrorizzato l’Europa.

Come riporta Repubblica, è impossibile dire se si tratti di un’operazione di propaganda o qualcosa che davvero avrà un seguito. Difficile dirlo. Secondo una fonte dell’Intelligence, non è nemmeno facili avere la certezza in merito alla bontà del messaggio ma alcuni elementi, come il fatto che il canale su cui è stato veicolato il messaggio è noto ai Servizi, potrebbero far propendere per la veridicità del messaggio e per il ritorno delle cellule terroristiche.