Siamo campioni d’Europa, gli azzurri superano l’Inghilterra in finale e alzano il trofeo per la seconda volta nella storia. Italia Campione d’Europa, inizia così la grande festa nel nostro paese e la meritata commemorazione. L’abbraccio di Vialli e Mancini in lacrime forse resterà per sempre l’immagine più bella di questo successo, e naturalmente un grande grazie va a tutto lo staff del Mancio, ma ora concentriamoci sui protagonisti del campo, ecco quindi le pagelle degli azzurri.

Pagelle Italia campione d’Europa

Donnarumma 8: alla fine la coppa ce la regala lui, quando si va ai rigori il portiere diventa decisivo, e lui lo è stato parandone 2 e costringendo anche Rashford a sbagliarne un terzo. Fantastica la sua prova col Belgio, così come lo era stato anche contro la Spagna, anche in quel caso decidendo dagli 11 metri. A fine gara premiato come miglior giocatore del torneo. Il grande Gigio si candida quindi anche come possibile pallone d’oro di fine anno.

Bonucci e Chiellini 8: sono i due centrali della Juventus e rappresentano il baluardo della nostra nazionale. Eterno il capitano, usa tutta l’esperienza per sbrogliare ogni matassa. Di classe Leo, che in finale la mette anche dentro togliendoci d’impiccio. Non sempre perfetti quest’anno con i bianconeri, sfornano un torneo da mostri assoluti, e rinsaldano quella tradizione tutta italica di impostare la forza della squadra innanzitutto sulla difesa.

Spinazzola 7,5: È stato il grande assente di queste ultime due gare e un po’ indubbiamente la sua mancanza sulla sinistra l’abbiamo sentita in fase di spinta. Torneo eccezionale il suo, e i compagni hanno messo quel qualcosa in più anche per lui.

Emerson e Di Lorenzo 6,5: sicuri ed affidabili, senza mai strafare. Il primo ci ha messo qualcosa in più in fase di spinta, cercando di non far rimpiangere l’assenza di Spinazzola.

Il terzino del Napoli invece è rimasto molto abbottonato dietro, e di lui si ricorderanno soprattutto le battaglie difensive per cercare di chiudere le galoppate esterne degli avversari o a dare una mano ai due pilastri centrali.

Verratti, Locatelli, Pessina, Barella 6,5: il centrocampo è stata la grande novità del Mancio. La nostra difesa è per tradizione sempre robusta, ma questi mediani dai piedi buoni sono una rarità. 3 dei quattro citati sono andati anche a segno, rendendo speciali le loro performance, Verratti invece è stato un pilastro della mediana, titolare dal ritorno dell’infortunio e assoluto padrone del gioco. Gli è mancato solo il guizzo.

Jorginho 7,5: strepitoso il torneo del brasiliano, forse il giocatore più importante negli schemi di Mancini. Anzi, senza forse. Mai sostituito, nemmeno a 2 minuti dalla fine, e nemmeno quando subisce una brutta botta che ne fa temere il peggio. Jorginho è il barometro del team ed è colui che ha dato una nuova immagine di squadra propositiva e votata al controllo del gioco.

Insigne 7: le giocate più interessanti e gli assist più brillanti partono dai suoi piedi, non sempre riesce a dialogare bene coi compagni, ma la qualità è indiscutibile e anche in questo torneo lo fa vedere. Partita da sogno con il Belgio, stenta un po’ nella finale, ma è tra i migliori del reparto offensivo.

Immobile 5: è l’unica nota stonata di questo grande Europeo dell’Italia Campione. Parte bene il laziale, segnando due reti alle prime due, poi si spegne. E dire che lui negli schemi del Mancio sarebbe perfetto, ma è probabile che gli è mancata un po’ di esperienza quando il livello si è alzato e le partite si sono fatte più complesse.

Chiesa 8: con Bonucci, Donnarumma, Chiellini e Jorginho, Federico è il vero top player della nazionale. Sempre pericoloso a ogni palla, è l’unico che tenta sempre la giocata nella finale, ed è in certi momenti difficili l’unica ancora di salvataggio offensiva.

Segna due gol fantastici e per poco non si ripete in finale. Giocatore mostruoso.

Belotti, Berardi, Bernardeschi 6: panchinari di lusso, si fanno trovare sempre pronti e fanno il loro alla grande. Certo, non incidono, ma mostrano coraggio dal dischetto, anche se con fortune alterne. È anche grazie a questi innesti fatti nel momento giusto che l’Italia si è laureata campione d’Europa.

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