L’inflazione morde sempre di più e i prezzi del cosiddetto ‘carrello della spesa’ sono aumentati con tassi che in Italia non si registravano dal lontano 1986. Secondo le ultime rilevazioni dell’Istat, infatti, l’inflazione complessiva è stata del +6,9%. I prezzi dei beni di prima necessità, dagli alimentari a quelli per la cura della persona e della casa, sono saliti invece del 6,7% (nel mese di aprile la crescita era stata del 5,7%). La ragione è ovviamente connessa all’aumento dei costi dell’energia, reso ancora più grave dallo scoppio e dal protrarsi della guerra in Ucraina.


Va sottolineato, comunque, che nel resto d’Europa la situazione è ancora peggiore. Il tasso medio d’inflazione nell’Eurozona, nel mese di maggio, è stata dell’8,1%. Si tratta di un livello mai raggiunto da quando esiste l’Unione Europea. In questo caso, le stime sono di Eurostat.

Un salasso in arrivo per le famiglie italiane – inflazione e aumenti prezzi

La crisi energetica, sempre più aggravata dal conflitto in corso tra Russia e Ucraina, sta colpendo tutti i settori produttivi italiani. I costi sempre più elevati della produzione si riflettono sulla fase finale della commercializzazione. Non solo i prezzi del cosiddetto ‘carrello della spesa’, che come visto hanno avuto un incremento del 6,7%, ma anche i prodotti ad alta frequenza d’acquisto fanno registrare un medesimo aumento, quasi un punto percentuale in più rispetto alle rilevazioni del mese di aprile (dal +5,8% al +6,7%).
Le associazioni a tutela dei consumatori hanno quantificato il salasso in termini economici che una famiglia media dovrà affrontare su base annua. Secondo Assoutenti, solo per il cibo una famiglia media dovrà mettere in conto una spesa aggiuntiva di 562 euro. Il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, Massimilano Dona, rincara la dose. La stangata complessiva che le famiglie subiranno sarà pari a 2421 euro: si va dai 561 euro per la spesa alimentare, ai 573 euro per i trasporti, passando per i 981 euro per l’abitazione, acqua, gas ed elettricità.

Quali sono le soluzioni del governo Draghi sull’aumento dei prezzi e l’inflazione?

La richiesta che arriva da più parti è quella di una crescita dei salari proporzionale alla crescita dell’inflazione: la soluzione più logica è quella di un rapporto proporzionale tra tassi di crescita dei prezzi e tassi di crescita degli stipendi. La posizione del governo Draghi, però, è molto prudente su questo punto. E al momento le iniziative di sostegno al reddito non sembrano essere in cantiere. Un’altra idea, lanciata dalle associazioni a tutela dei consumatori, è quella dell’adozione di una piattaforma di interventi per calmierare i prezzi. Le associazioni hanno indetto per il 10 giugno una manifestazione di piazza, una ‘Protesta delle pentole vuote’, sullo stile del ‘cacerolazo’ argentino, per chiedere all’esecutivo guidato da Mario Draghi un incontro per discutere di calmiere dei prezzi, lotta alla speculazione, contrasto alla povertà energetica, sostegno alle famiglie più fragili.
[email protected]