Dopo l’allarme per la Germania e l’Austria dopo lo stop del gasdotto Yamal-Europe, anche l’Italia potrebbe rischiare un blocco, uno scenario che non è possibile escludere del tutto.

Ipotesi stop al gas russo per l’Italia, gli ultimi scenari

Ad oggi, l’Italia importa dalla Russia 29 miliardi di metri cubi di gas, pari al 38% del gas naturale consumato in Italia. Se la Russia dopo le sanzioni inflitte volesse chiudere i rubinetti le gravi conseguenze potrebbero arrivare il prossimo inverno.

Con l’arrivo della bella stagione, infatti, lo stop al gas russo non avrebbe particolari conseguenze ma la situazione prenderebbe una brutta piega durante i mesi freddi.

A fare chiarezza è stato anche il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani: “Per i prossimi due inverni sarebbe complesso assicurare tutte le forniture al sistema italiano e, pertanto, sarà necessario dotarsi di strumenti di accelerazione molto efficaci per gli investimenti che servono”.

Quali conseguenze per l’Italia e piani per il razionamento del gas

Quali potrebbero essere quindi le conseguenze? Si parla di piani per il razionamento del gas nel settore industriale in caso di picchi della domanda e anche la richiesta di riduzione del riscaldamento domestico e negli uffici. Infatti ci vogliono almeno tre anni prima di potersi emancipare dal gas russo e il governo italiano ha già svolto varie missioni in Qatar, Algeria, Angola e Congo in modo da arrivare a ridurre la dipendenza per 20 miliardi di metri cubi l’anno.

Ad esempio, dall’Algeria si possono importare fino a 9 miliardi di metri cubi l’anno, dalla Libia 5 miliardi, mentre il Tap può trasportare anche da subito fino a 1,5 miliardi. Sarà fondamentale capire come procederanno i prossimi mesi prima di aprire allo scenario più inquietante che porterebbe conseguenze durante il prossimo inverno.

Vedi anche: Il gasdotto Yamal-Europe fermato dai russi, Germania e Austria resteranno a secco di gas?