L’inflazione in Italia resta ancora alta e pesa sul potere di acquisto delle famiglie, soprattutto di quelle più povere.

Ma quali sono le prospettive per quest’anno (2023) e il 2024? Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia, è intervenuto al congresso dell’Associazione dei mercati finanziari e ha spiegato che le prospettive future sono positive nonostante l’incertezza economica sia ancora alta e l’economia in rallentamento.

Per colpa dell’inflazione, negli ultimi mesi, c’è stato un rincaro di ampia portata di tutti i generi: dai prodotti alimentari alle bollette di luce e gas.

Il valore del proprio denaro si è abbassato, i prezzi sono aumentati mentre gli stipendi sono rimasti sempre gli stessi per cui le famiglie stanno avendo maggiori problemi ad arrivare alla fine del mese.

Si cerca di risparmiare in ogni modo e chi ha qualcosina da parte la sta utilizzando per tirare avanti. Insomma, la situazione non è idilliaca e la speranza di tutti è che da quest’anno la crisi possa rientrare.

Lo scenario macroeconomico per gli anni 2023-2024

L’Ufficio Parlamentare di Bilancio nella Nota sulla congiuntura di febbraio ha spiegato che l’inflazione dovrebbe essere riassorbita tra 12 mesi. Significa quindi che per tutto l’anno in corso i prezzi resteranno alti. Per i consumatori, quindi, ci sarà un’importante perdita del potere di acquisto.

L’Ubp ovvero l’ufficio parlamentare di bilancio ha spiegato inoltre che l’economia italiana rallenterà rispetto allo scorso anno (2022) anche se continuerà a espandersi dello 0,6%.

Per il 2024, invece, dovrebbe esserci un lieve rialzo all’1,4% in quanto c’è l’ipotesi che il quadro geopolitico ed economico internazionale possa migliorare.

Prezzi, risparmi e investimenti

L’inflazione continuerà a correre anche quest’anno (nonostante il picco sembra sia superato) per cui il potere di acquisto dei consumatori sarà minore. A farne le spese saranno ancora una volta i redditi più bassi e la conseguenza sarà un taglio drastico dei consumi di ogni tipo.

Gli italiani che all’inizio della crisi non riuscivano più a mettere da parte risparmi erano il 31% secondo un’intervista di Fanpage. La percentuale poi è salita addirittura al 41% a dicembre. Il 37% delle persone intervistate ha spiegato inoltre che è dovuta ricorrere ai tesoretti accumulati nel corso degli anni o di aver dovuto chiedere aiuto ai parenti.

Sono cambiate nel corso di questi mesi anche le abitudini legate al cibo, il 20%, infatti, ha dichiarato di acquistare meno prodotti alimentari. Il 31% acquista meno carne e pesce e il 16% ha ridotto il consumo della verdura e della frutta. Insomma, l’inflazione sta continuando e continuerà a colpire ancora per un po’ le famiglie più povere ma fortunatamente le prospettive per il prossimo biennio sono positive.

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