Il video dell’incidente ferroviario in Spagna sta facendo il giro del web: sempre più utenti guardano sconvolti le immagini del treno e della tragedia di cui ancora non è noto con esattezza il numero delle vittime. L’impatto è stato così forte che in un primo momento si è pensato ad un attentato, come raccontano alcuni testimoni.  

Incidente treno per Santiago: il numero delle vittime e le cause dell’impatto

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=_CqYtEduaqw[/youtube] Alle porte della città di Santiago di Compostela i soccorsi continuano la loro opera: tutte le vittime sono state identificate ma viste le condizioni precarie di alcune il bilancio attuale, purtroppo, resta ancora provvisorio.

Al momento si parla di 78 morti e 178 feriti, di cui 36 gravi. Non è peraltro ancora escluso che a bordo del treno 8217 ci fossero italiani: secondo le fonti spagnole c’è almeno un nostro connazionale coinvolto. El Mundo riporta della presenza di un gruppo di pellegrini italiani ma la notizia non è stata ancora confermata dalla Farnesina. Intanto in Italia si riapre la questione della sicurezza dei viaggi in treno.    

Incidente treno dei pellegrini a Santiago: errore umano dovuto alla velocità. Ma in Italia non potrebbe succedere

Guardando il video è evidente che la causa dell’incidente sia legata alla velocità del treno: il convoglio ha preso la curva a circa 190 chilometri orari, ovvero ben 110 km/h oltre il limite consentito. Il limite così basso si deve al fatto che la curva è «chiusa» e si trova quasi all’improvviso subito dopo l’uscita di un tunnel, dopo  diversi chilometri di rettilineo. Inoltre la linea ferroviaria e il resto dell’infrastruttura, in quel tratto, non erano adeguati al passaggio di un convoglio dell’Alta Velocità. Lo stesso macchinista, rimasto illeso ma sotto shock, avrebbe ammesso il superamento dei limiti, pur non avendo spiegato i motivi del suo gesto.

Si pensa al tentativo azzardato di recuperare il ritardo di 5 minuti. Ma un tecnico intervistato dal canale Antenna 3 ha smentito: “Non si violano le norme per recuperare una manciata di secondi Nessun macchinista commetterebbe un errore così madornale. Esistono dei protocolli precisi anche per queste evenienze”. Ulteriori dettagli emergeranno dai dati della scatola nera. Giorgio Diana (docente del Politecnico di Milano nonché direttore del Centro di ricerche della galleria del vento e consulente tecnico d’ufficio in occasione  del deragliamento del Pendolino a Piacenza nel 1997) ha escluso la possibilità che un simile incidente possa verificarsi sui treni italiani:Ci sono tutti dei segnali che vengono trasmessi a bordo treno che controllano la velocità del treno e se si supera quella velocità interviene la frenatura automatica. I passeggeri italiani possono stare tranquilli”