Il ministro della transizione ecologica Cingolani sottolinea che il riscaldamento per il prossimo inverno sarà a rischio nel caso di stop immediato di gas dalla Russia. Tale scenario si potrebbe verificare se non ci saranno delle misure rilevanti di contenimento alle numerose domande previste. La commissaria dell’Unione Europea Simson, intanto, chiede di sanzionare Gazprom.

Stop gas dalla Russia: gli scenari

Ci sarebbero dei seri problemi con lo stoccaggio con lo stop del gas dalla Russia. Questo è quanto ha comunicato il ministro Cingolani alla Camera nonostante la partenza dell’operazione termostato con i condizionatori.

Ha aggiunto che se si interrompesse adesso l’export russo superare l’inverno 2022-2023 potrebbe essere difficile senza misure di contenimento della domanda. Il problema è che le riserve italiane sono di appena il 37%.

Solitamente è quando non fa freddo che riprendono i flussi verso gli stoccaggi e i nostri depositi sono tornati a riempirsi adesso. Nel periodo invernale, invece, il gas si usa di più per cui il rischio è sia per le famiglie che per le aziende. Ricorda inoltre che il 40% circa dell’elettricità italiana è prodotta da centrali che sono alimentate con il gas. Qualora ci fossero dei problemi, quindi, i primi ad avere problemi sarebbero le aziende energivore come ad esempio le cartiere o gli impianti siderurgici.

Cosa succederà con lo stop del gas dalla Russia?

Carlo Bonomi di Confindustria è convinto che l’importazione del gas dalla Russia sia ancora molto importante. Sosterrà le decisioni che il Governo deciderà di intraprendere ma aggiunge che si dovrà essere pronti nel caso ci siano delle criticità a fronte della sanzioni.
Intanto apprendiamo che ieri Cingolani non ha partecipato al vertice dei ministri dell’Energia europei per dare una risposta coordinata alla richiesta della Russia di pagare il gas in rubli. In merito alla conversione in tale moneta delle somme versate a Gazprombank è convinto che per qualche mese si dovrebbe accettare.

Ma solo fino a quando non si comprenderà il quadro giuridico e le implicazioni.
La commissaria europea all’Energia Kadri Simson al parlamento europeo invece ha espresso solidarietà sia alla Polonia che alla Bulgaria. Ricordiamo che queste ultime hanno deciso di non pagare in rubli per cui la Russia ha deciso lo stop del gas. La Simson ha aggiunto che le due nazioni hanno rispettato i termini di contratto per cui ora è necessario che le sanzioni colpiscano anche la Gazprom.

Le misure 

Sarà importante, ha spiegato il ministro Cingolani per l’eventuale stop del gas dalla Russia, che entro l’inizio del 2023 entri in funzione il primo rigassificatore galleggiante. Inoltre entro la fine del prossimo anno o al massimo entro l’inizio del 2024 dovrà funzionare anche il secondo. Il nostro paese ad oggi ha tre impianti di rigassificazione che si trovano nei luoghi in cui approdano le navi che trasportano Gnl. Parliamo degli impianti di Livorno, di Caverzere e di Panigaglia che però non si usano molto. Per quanto concerne le misure di emergenza il ministro ha spiegato che nella situazione attuale non c’è alcun problema in quanto l’Italia sta facendo i soliti stoccaggi. Il prezzo del gas è intorno ai 100-110 euro a Megawatt/ora ma quello liquido che arriva dagli Stati Uniti costa di più. Gli effetti dell’aumento delle forniture, però, potrebbero essere mitigati da contratti per differenza. Tale misura però è ancora in fase di studio.
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