A breve il premier Draghi sarà chiamato a incontrare le parti sociali per risolvere il problema degli stipendi troppo bassi e non sufficiente a far fronte al costo della vita e l’inflazione. Entro la metà di luglio, le parti sociali dovrebbero incontrarsi e poi decidere cosa fare per l’aumento dello stipendio. Al momento non è chiaro che cosa potrebbe cambiare. Si pensa al taglio del cuneo fiscale o il salario minimo o l’obbligo per le aziende ad un contratto migliore.

Allarme inflazione e stipendi troppo bassi: il governo pensa alla revisione

Le imprese e i sindacati sembrano d’accordo sul taglio del cuneo fiscale, ossia togliere le tasse sui salari che per le aziende significa buste paga più costose e meno soldi per i lavoratori. La sinistra vorrebbe il taglio solo a favore dei dipendenti mentre la destra vorrebbe sgravi anche per le aziende. C’è quindi da chiarire questo punto. Il Fondo monetario internazionale avrebbe proposto di trovare i fondi necessari tassando le rendite finanziarie. Con la pausa estiva vicina, però, è difficile che si riesca a trovare una soluzione nell’immediato e quindi il tutto potrebbe slittare all’autunno.

Dal salario minimo al sistema della scala mobile per chi sarà l’aumento dello stipendio

Un’altra alternativa sarebbe quella del salario minimo anche per tutelare le fasce deboli ma anche in questo caso il tempo stringe e difficilmente potrebbe risolvere i problemi legati all’inflazione. Da valutare anche l’obbligo di un contratto migliore in ogni settore oppure far tornare in auge il sistema della scala mobile, meccanismo che rivaluta le retribuzioni in modo automatico in vigore fino agli anni ‘90.

È quindi tutto da decidere, mentre a causa dell’inflazione gli italiani hanno sempre meno potere di acquisto e riescono a comprare meno prodotti a parità di stipendio. I più colpiti sono le fasce deboli e i chi vive solo con figli secondo gli ultimi dati della Uil e molto dipende anche da come è composto il nucleo familiare.

Nel frattempo, il governo potrebbe optare per dei bonus per le fasce meno abbienti. L’aumento dello stipendio, in sostanza, potrebbe riguardare prima chi fatica ad arrivare a fine mese e poi le altre categorie di lavoratori.