Qualcosa non ha funzionato nella sesta puntata di House of the Dragon andata in onda nella nottata tra domenica 25 e lunedì 26 settembre su Sky. Si segnala la prima vera battuta d’arresto di una serie fin qui pressoché perfetta (chiudiamo un occhio sulla guerra delle Steptones conclusasi in maniera becera nel finale del terzo episodio). Intendiamoci, la qualità rimane comunque alta e il livello della messa in scena è degno di lodi, merito dell’ottima regia di Miguel Sapochnik, ormai un cineasta di culto per tutti i fan del Trono di Spade.

Per la prima volta però si è sentito che mancava qualcosa.

Cosa precisamente è mancato in questo sesto episodio della serie HBO? Essenzialmente un elemento di raccordo tra questa e la puntata precedente. Stavolta lo skip temporale di 10 anni si è fatto sentire davvero tanto. Abbiamo capito che l’episodio 5 voleva essere una midseason che chiudeva completamente un pezzo di storia fin lì raccontato per poi ripartire nel capitolo seguente, ma in realtà l’operazione non ha funzionato.

House of the Dragon, il sesto episodio delude

È vero che il precedente episodio aveva raggiunto un climax da finale di stagione, ma è anche vero che aveva messo in scena eventi che necessitavano di grandi conseguenze. Prendiamo l’assassinio del Joffrey Lonmouth per mano di Criston Cole: il reame e tutte le casate coinvolte hanno davvero fatto spallucce come se nulla fosse successo durante le nozze verdi? Leanor Velaryon è il marito dell’erede al trono e non ha chiesto la testa dell’assassino per l’omicidio del suo amante? Niente di tutto questo. Per omaggiare il suo amante massacrato, il rampollo del Driftmark si è limitato a chiamare Joffrey il figlio appena nato.

L’episodio infatti si apre con un bel piano sequenza che ci mostra il parto di Rhaenyra, la quale sta dando alla luce un altro figlio.

In realtà, non tutti i pargoli sono di Leanor. Più avanti infatti la serie ci lascia chiaramente intendere che la principessa ha un nuovo amante, ser Harwin Strong. Criston Cole lo vediamo riapparire proprio insieme a Strong e capiamo subito che lo stesso ex amante della principessa sa dei nuovi interessi della nobile. Insomma, come se nulla fosse, Cole scorrazza per il regno conservando la sua carica di Guardia Reale e provocando gli altri cavalieri. Inoltre, la caratterizzazione ora sembra davvero troppo caricata: un turn heel (come si dice nel wrestling) forzatissimo.

I difetti della sesta puntata

Tra gli altri difetti della sesta puntata c’è anche Viserys. Lo avevamo lasciato praticamente morto nel finale dell’episodio precedente. È sin dalla prima puntata che le sue condizioni di salute appaiono cagionevoli, eppure sembra proprio non morire mai. Addirittura, nel finale del quinto episodio perde sangue dal naso e si accascia a terra tramortito. Pare abbia una sorta di lebbra, una malattia di Westeros che potremmo identificare quasi come la malattia di Hansen, anche se in questo mondo fantasy non è contagiosa come nel nostro. Il Sovrano, pur senza un braccio, è ancora lì sul trono e sappiamo che, finché sarà in vita, la cosiddetta Danza dei Draghi non potrà iniziare.

Il vero problema principale di questo nuovo capitolo di House of the Dragon sono le due attrici scelte per interpretare Rhaenyra e Alicent da grandi. Non intendiamo dire che Emma D’Arcy e Olivia Cooke non siano brave, anzi. Le due interpreti hanno già dimostrato anche in passato di avere grande talento. La difficoltà è che, per quanto le abbiano rese più somiglianti possibili alle altre due attrici che le hanno precedute, sono troppo diverse nella gestualità. Le movenze, il tono di voce, la luce che brilla nei loro occhi, tutto è diverso da com’era e questo fa cadere quella sospensione dell’incredulità che aveva reso fin qui tutto realistico.