Per colpa dell’inflazione e della guerra alcuni prodotti alimentari oggi si pagano in media il 20% in più rispetto allo scorso anno o il doppio. Aumenti così elevati per alcune categorie di essi non si vedevano dal 1986 e sono proprio quelli alimentari i più rincarati. Secondo l’Istat, infatti, sono saliti del 7,1% su base annua. Anche l’analisi effettuata da Altroconsumo conferma tali valori. Ecco cosa è emerso dall’analisi.

I prodotti alimentari che sono aumentati di più

Altroconsumo ha analizzato i 10 prodotti alimentari che più sono acquistati dagli italiani quando fanno la spesa.

Tra questi c’è l’olio di semi di girasole che costa quasi il doppio rispetto a maggio 2021. Ha subito un rincaro del 93% in un anno. Anche la farina 00 è aumentata del 33% in un anno mentre la pasta del 25%. L’olio extra vergine di oliva ha subito un rincaro del 13% in un anno, lo zucchero del 12%, il caffè in polvere dell’11% e il latte Uht dell’8%. Anche la passata di pomodoro è rincarata del 6% in un anno come le zucchine (19%) e le banane (6%). L’associazione che aiuta i consumatori nelle scelte comunica però che nell’ultimo mese i prodotti indicati sembrano essersi stabilizzati rispetto ad aprile 2022 nonostante l’Istat abbia confermato un aumento dei prezzi di tutti i prodotti alimentari.

Quanto ci costano gli aumenti

I prodotti alimentari considerati da Altroconsumo (tranne frutta e verdura che sono stagionali) a maggio 2021 ci costavano in media 16,60 euro. Ora invece (dati di maggio 2022) per i medesimi acquisti si spendono quasi 20 euro e per l’esattezza 19,98 euro. Si tratta del 20% in più e quindi 3,38 euro in più. La guerra in Ucraina ha sicuramente influenzato i prezzi ma già a gennaio 2022 si è assistito ad un rincaro della spesa del 5% rispetto a maggio 2021. Visti tutti gli aumenti rilevati negli ultimi mesi, Altroconsumo ha deciso quindi di inviare una segnalazione all’Antitrust per chiedere di verificare se sono in corso delle speculazioni sui prezzi dei prodotti alimentari.


L’associazione ha poi chiesto al Governo di vigilare sui prezzi e di rendere accessibili i buoni spesa a più persone. La misura al momento c’è ma è limitata solo a nuclei familiari con un Isee non superiore ai 12 mila euro.
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