L’Europa vive l’incubo della quarta ondata della pandemia. Tra le più colpite Germania e Austria, a causa soprattutto degli scarsi risultati ottenuti con le rispettive campagne di vaccinazione.

Salgono i contagi anche in Italia, dove però la situazione non appare “drammatica” come nelle altre nazioni europee. Il merito maggiore va all’eccellente campagna vaccinale condotta da Nord a Sud: l’87% della popolazione over 12 ha effettuato almeno una dose, percentuale destinata a crescere nelle prossime settimane.

È per questo motivo che il governo italiano guidato da Mario Draghi non è intenzionato a stravolgere la strategia seguita fino ad oggi, eccetto alcune modifiche in corso d’opera comunque degne di nota.

La validità del tampone rapido dimezzata

Una delle prime novità di cui si starebbe discutendo in seno al governo è l’ipotesi di dimezzare la validità del tampone antigenico, che così passerebbe da 48 a 24 ore. Quello molecolare invece, che allo stato attuale delle cose consente di ottenere la certificazione verde della durata di 72 ore, verrebbe confermato.

Il Green Pass verso la riduzione da 12 a 9 mesi (o fino a 6 mesi)

Sembra ormai praticamente certo: il governo italiano ridurrà la validità del Green Pass, dopo che le evidenze scientifiche hanno confermato che la copertura del vaccino inizia a ridursi in maniera sensibile trascorsi sei mesi dall’iniezione. La tesi più probabile è che si passi dagli attuali 12 mesi a 9, anche se non va scartata a priori l’ipotesi che si possa scendere fino a 6 mesi.

Si ragiona sull’introduzione del Green Pass 2G

È ancora presto, ma anche in Italia si ipotizza la possibile adesione del Green Pass 2G sullo stesso modello della Germania. Ve ne abbiamo già parlato in un nostro precedente articolo: 2G sta per geimpft e genesen, rispettivamente vaccinati e guariti, che in un eventuale contesto di restrizioni ancora più stringenti (fascia arancione o rossa) sarebbero gli unici a poter soggiornare negli alberghi o mangiare nei ristoranti.

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