Quel che stiamo vivendo è ambientato in uno scenario in cui le libertà individuali sono sospese da tempo. Quando si parla di Green Pass, di Covid e di altre questioni legate alla pandemia, è sempre bene tenere a mente questo principio come premessa fondamentale di ogni riflessione. Perché dunque il Green Pass è tutto sommato un provvedimento legittimo e non lede affatto la dignità dei cittadini tanto da divenire discriminatorio? Vediamolo insieme anche alla luce di alcune riflessioni del filosofo Galimberti.

Green Pass obbligatorio, la scelta migliore

Recuperare il senso greco di libertà, quello delle Polis, quello che ci vede tutti parte di un’unica comunità.

Questo è sostanzialmente il concetto che sta alla base della riflessione di Galimberti. Essere libero in quanto sono liberi al medesimo valore tutti gli altri intorno a me. È curioso che poi tale presupposto sia alla base addirittura dell’anarchia ipotizzata da Bakunin, a riprova del fatto che ci sono sostanzialmente due concezioni diametralmente opposte quando si parla di libertà, ossia quella individuale e quella collettiva. Ma noi viviamo in una nazione, con uno stato e delle leggi. Prendere quindi ad esempio la libertà del singolo individuo come cardine della riflessione sarebbe un assioma già errato in partenza. Come conciliare dunque il Green Pass con i diritti di tutti?

Se abbiamo gettato per bene le premesse del nostro ragionamento, allora il discorso dovrebbe ora scorrere via facile. Il Green Pass è l’unico modo per tenere sotto controllo i contagi, e allo stesso tempo non obbligare al vaccino, che probabilmente in questo momento sarebbe un obbligo troppo invadente. Con il tampone, infatti, sarà possibile accedere ovunque, basterà dimostrare di non essere positivo al Covid. Viceversa, chi ha il vaccino potrà girare liberamente, dato che la sua condizione di salute dovrebbe essere protetta. Rimane il problema relativo alla contagiosità di chi è vaccinati, poiché potenzialmente può ancora prendere il virus, ma questo è un rischio che corrono soltanto i non vaccinati, i quali appunto hanno scelto, a questo punto, liberamente di azzardare tale condizione.

Green Pass, perché non discrimina?

È evidente che il Green Pass è uno strumento per aumentare i vaccinati così da arrivare all’immunità di gregge. In realtà tutti gli altri discorsi si appannano nel contorno, ma c’è chi ha tirato in ballo la discriminazione, e addirittura il razzismo contro gli ebrei. A quanto pare non è chiaro cosa significhi discriminare. La discriminazione è un’azione che si compie aprioristicamente su un soggetto per una caratteristica della quale il soggetto non ha fatto scelta. Un calvo può essere discriminato (gli viene impedito di entrare in un negozio), ma lui non ha colpe per la sua calvizie.

Un caso più chiaro e storico di discriminazione è quello razziale, quindi nei confronti di neri, ebrei, slavi, e chi più ne ha più ne metta. In questo caso invece, i cittadini sono liberi di scegliere riguardo al vaccino. La scelta volontaria elimina ogni discriminazione. Si parla in questo caso di conseguenze di una scelta, non di una discriminazione aprioristica. Se così non fosse, tutti potrebbero dirsi discriminati, perché tutti dobbiamo fare i conti con le nostre scelte, le quali spesso ci mettono davanti a situazioni non condivise.

Le parole di Galimberti, su come ormai l’occidente abbia totalmente dimenticato questi presupposti basilari per il vivere civile, sono come un monito. Parliamo di paura, ma in realtà proviamo angoscia, in quanto la paura è una forma di difesa verso un pericolo determinato, mentre in questo caso siamo invece angosciati da un pericolo ignoto, poiché il virus può arrivare da qualsiasi parte (ecco perché è necessario, logico contenerlo, provare a tenerlo sotto controllo). L’angoscia ci fa fare degli errori, e ne sono stati fatti tanti, sia dai politici che dai cittadini.

Purtroppo, ascoltiamo sempre meno il parere dei filosofi, e ci affidiamo invece a youtuber e influencer. Le conseguenze sono davanti ai nostri occhi, con proteste in piazza per un provvedimento condivisibile, almeno finché ci sia ancora lo stato di emergenza proclamato dal Governo.

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