È ufficiale lo stop delle forniture del gas da parte del colosso russo Gazprom, che ha annunciato che smetterà di utilizzare un gasdotto chiave per far transitare il gas attraverso la Polonia, dove passa la condotta Yamal che poi arriva in Germania attraversando anche la Bielorussia. Dopo che la Finlandia ha annunciato che farà richiesta alla Nato, secondo la Reuters, la Russia potrebbe interrompere la fornitura di gas. Al momento, infatti, la Finlandia usa quasi del tutto il gas che proviene dalla Russia.

In realtà il paese ne usa poco, perché fa uso soprattutto di energie rinnovabili.

Stop forniture Gazprom, ecco cosa sta succedendo

L’annuncio dello stop dei flussi fa parte del pacchetto delle contro sanzioni volute da Mosca dopo la fine dei rapporti con le ex controllate europee di Gazprom. In seguito alla decisione, il prezzo del gas sul mercato di Amsterdam è arrivato a 115 euro per megawatt/ora. Secondo il il ministro dell’Economia e del Clima tedesco Robert Habeck, la Russia starebbe usando la faccenda del gas come arma: “Non portiamo il piano di emergenza sul gas al livello di allarme, ma la situazione può peggiorare e manteniamo alta l’attenzione” ha detto il ministro, che ha anche sottolineato come in questa fase sia molto importante risparmiare in vista dell’inverno.

La questione del tetto al prezzo del gas solo in caso di emergenza

Intanto la Ue, come riporta Il Fatto Quotidiano, ha deciso che sarà introdotto un tetto al prezzo del gas solo in caso di emergenza, ossia di interruzione improvvisa dell’erogazione del metano:

“Nel caso di un’interruzione improvvisa totale o parziale delle forniture di gas russo, i Paesi europei dovrebbero procedere con un razionamento coordinato” sulla base del principio di solidarietà, aggiunge la Commissione europea nella bozza del piano RePowerEu che sarà presentato mercoledì 18 maggio.

Per principio di solidarietà, spiega l’esecutivo comunitario, si intende “una riduzione della domanda di gas negli Stati membri meno colpiti a vantaggio di quelli più colpiti”.

I prezzi, infatti, rimarranno elevati fino al 2024. I flussi di gas russo verso l’Italia si attesta ancora su valori del 30-40%.