Il colosso energetico Gazprom ha ridotto del 15% le forniture del gas all’Italia, una notizia che è arrivata come un fulmine a ciel sereno. L’ipotesi che si fa strada, è che si tratti di un ordine arrivato direttamente dal Cremlino come ritorsione per l’impegno del premier Draghi verso la pace. Cosa rischia adesso l’Italia con lo stop del 15% alla fornitura del gas russo?

Stop 15% gas russo, quali rischi per il prossimo inverno

Bisogna ancora capire se il taglio sarà limitato o continuerà per i prossimi giorni.

Nonostante le quotazioni siano nuovamente schizzate, il timore è per il prossimo inverno. Intanto, il ministro Cingolani sembra tranquillo: «L’andamento dei flussi di gas è costantemente monitorato in collaborazione con gli operatori e al momento non si riscontrano criticità».

Anche Tim McPhie, portavoce della Commissione Ue, ha cercato di tranquillizzare in merito:

«Non c‘è alcuna indicazione al momento di rischi sulle forniture energetiche. Quindi per l‘inverno i preparativi sono in corso, questo monitoraggio molto attento è in corso e c‘è uno sforzo molto più ampio su cui stiamo lavorando per diversificare e cambiare la nostre forniture e fonti di energia».

Il ministro Cingolani, come anticipato, ha rassicurato sull’assenza di criticità al momento. Ovviamente se fossimo in inverno la riduzione delle forniture avrebbe un impatto maggiore. Guardando agli stoccaggi della prossima stagione fredda se dovessero continuare i tagli sicuramente si aprirebbe una falla negli approvvigionamenti.

Rischio nuovi rincari

Ma cosa si rischia se l’obiettivo di stoccaggio non dovesse riuscire a raggiungere gli obiettivi fissati? L’inverno 2023 potrebbe essere complicato. Il governo avrebbe già in mente un piano razionamenti in caso di emergenza per la carenza di gas. Il pericolo è che con meno gas anche i prezzi lieviteranno ancora e così le bollette. Secondo uno studio del Centro studi di Confidustria, il nostro paese è quello in cui i rincari per l’energia rischiano di fare più danni.