L’emicrania è un problema che affligge ogni giorno tantissimi italiani. Essa non è nient’altro che una delle forme più comuni del mal di testa che di solito avviene pian piano con un dolore pulsante nella parte anteriore o su un lato della testa.

Le ultime novità riguardanti tale fastidioso problema è che nel nostro paese è giunto il primo farmaco per curare l’emicrania in modo specifico. Parliamo del galcanezumab che ridurrebbe il numero degli attacchi addirittura del 50%.

Galcanezumab per curare l’emicrania in modo specifico

È arrivato in Italia il Galcanezumab, un nuovo farmaco che sarebbe in grado di ridurre in modo considerevole il numero di giorni dell’emicrania anche in soggetti ritenuti potenzialmente “refrettari”.

A testimoniarlo è lo studio Conquer che ha notato un cambiato deciso dello stile di vita del paziente. Quest’ultimo, infatti, ha avuto meno giorni al mese di emicrania ed è tornato a condurre una vita più serena.

Si ricorda che l’emicrania, purtroppo, è un disturbo che colpisce il 14% della popolazione mondiale e in alcuni casi anche il 20%. Nel nostro paese, ad esempio, ne soffrono il 18% delle donne ed il 9% degli uomini. Le prime, però, hanno degli attacchi più lunghi, più forti e disabilitanti e con dei sintomi associati.

Le terapie fino ad oggi per l’emicrania

Gioacchino Tedeschi che è il presidente della Società Italiana di neurologia ha spiegato che fino ad oggi le terapie per prevenire tale fastidioso problema avvengono mediante l’utilizzo di farmaci nati ed impiegati per patologie diverse dall’emicrania per cui l’arrivo del nuovo farmaco rappresenta un’opzione molto interessante.

Pierangelo Geppetti che è il presidente della Società Italiana per lo studio delle cefalee ha spiegato inoltre che questo è un momento importante perché è la prima volta che un farmaco riesce a bloccare un neuropeptide (ovvero un polipeptide diffuso sia nel sistema nervoso centrale che in quello nervoso autonomo) o il suo recettore in un modo così preciso.

Ciò porta a due risultati: il primo è che così si può inibire il meccanismo che produce il dolore nonché i sintomi dell’attacco dell’emicrania mentre il secondo è che l’uso di tale farmaco ha portato “all’evidenza di un profilo di sicurezza molto buono, se non addirittura eccellente“.

Sull’argomento si è espressa anche Lara Merighi, il coordinatore laico di Al.Ce, che ritiene ingiusto il fatto che solo dopo aver provato le terapie disponibili si può accedere alle nuove cure per il mal di testa. La Merighi ha spiegato inoltre che il problema è anche quello che la maggior parte delle persone colpite dall’emicrania sono le donne giovani per cui è necessario che tutti capiscano quanto sia sottovalutato questo problema e si ponga un rimedio.

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