Durante l’ultima puntata di Report è stata svelata un’inchiesta che riguarda i formaggi italiani e la lista delle aziende che usano latte straniero. In sostanza, seppur alcuni prodotti vengono spacciati per italiani, il latte utilizzato viene da altri paesi.

Le aziende italiane implicate

Il programma Report ha parlato di una lista top secret in possesso del Ministero della Salute in cui sono contenuti tutti i nomi delle aziende italiane che producono formaggio ma che usano il latte straniero. Il servizio, Latte versato”, ha posto l’attenzione su alcuni formaggi Made in Italy ma che non sarebbero del tutto italiani visto che tra le materie prime utilizzate ci sono formaggi provenienti da altri paesi.

Nel mirino ci sono mozzarella, mozzarella di bufala, grattugiati, formaggi a pasta morbida e altri tipi di formaggi. 

Come scrivono varie testate tra cui Dissapore, Fanpage etc tra le aziende implicate troviamo  Galbani che acquisterebbe latte da Lituania, Spagna e Francia, Giglio del gruppo Newlat, con latte proveniente dall’Ungheria, Prealpi dalla Germania, Finlandia e Danimarca, Granarolo da Francia, Slovacchia,  Slovenia e Ungheria, Polenghi – gruppo Newlat, con latte proveniente dall’Ungheria, Parmalat da Slovenia, Belgio, Croazia, Ungheria, Repubblica Slovacca e Polonia (provenienza in questo caso indicata in etichetta), Grana Padano da Germania, Polonia, Ungheria e Parmigiano Reggiano da Lituania e Lettonia, Cuomo e Francia mozzarelle, con latte proveniente dalla Germania.

Coldiretti chiede trasparenza

A sottolineare questa particolarità è stata anche Coldiretti a nome di Ettore Prandini: “Tu puoi utilizzare latte proveniente dalla Romania, però devi scrivere che è latte rumeno. Questo noi vogliamo. Il massimo della trasparenza”. Alcuni mesi fa Coldiretti aveva chiesto la lista al Ministero ricevendo un no con la seguente motivazione: “negli organi direttivi della Coldiretti siedono persone che hanno interessi diretti in imprese del settore lattiero caseario”.

L’associazione, in particolare, aveva posto l’attenzione su eventuali pericoli per la salute legata alla più difficile tracciabilità dei prodotti all’estero, in particolare per quanto riguarda alcuni agenti patogeni come la Listeria monocytogenes.

L’inchiesta completa si può vedere collegandosi a questa pagina 

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