Il nodo dell’aumento degli stipendi degli insegnanti e del cosiddetto bonus merito sono al centro delle proposte del nuovo ministro dell’Istruzione Fioramonti: si tratta di un’idea di scuola che vorrebbe essere differente e di un modo per far saltare altri principi della riforma della Buona Scuola, varata a suo tempo dal governo Renzi.

100 euro in più sullo stipendio: la proposta di Fioramonti

Nella giornata di ieri 18 settembre il ministro Fioramonti ha rilasciato un’intervista a Radio Capital dove ha spiegato la sua idea di scuola e quali proposte intende portare avanti nell’immediato.

Si inizia con una riflessione che tutti ben conoscono, il fatto che gli insegnanti italiani siano tra i meno pagati in Europa, la questione non riguarda soltanto i ‘soldi’ in senso stretto, ma la dignità sociale di chi porta avanti un mestiere decisivo per lo sviluppo del paese. Il ministro sottolinea di aver proposto alcune tasse intelligenti (probabilmente si riferiva alla tassazione di merendine, bibite gassate e voli aerei) in vista del recupero delle somme necessarie affinché si possa fare un discorso concreto su un aumento di stipendio definito ‘importante’.

Il percorso, prosegue il ministro, sarà attuato nella Legge di bilancio e si sta discutendo sulla cifra di questo aumento e sembra sempre più possibile che la somma sia di 100 euro in busta paga in più. Non è chiaro ancora se l’aumento riguarderà soltanto i docenti di ruolo o anche i precari, Fioramonti ha detto che si sta lavorando anche su questo aspetto. Il ministro sembra ottimista, sottolinea infatti che ci sarebbe un impegno preciso anche da parte del premier Giuseppe Conte in questa direzione.

Bonus merito, un meccanismo che ‘peggiora’ la scuola: Fioramonti pensa a una sua cancellazione

Durante l’intervista a Radio Capital, Fioramonti ha risposto anche a una domanda di Oscar Giannino che poneva la questione se l’aumento stipendiale a cui il governo sta pensando prevederà dei criteri ‘meritocratici’.

Secondo il ministro, che su questo punto recepisce indicazioni provenienti soprattutto dal M5S, il bonus merito non ha migliorato il rendimento dei docenti perché la scuola non dovrebbe essere mai un luogo di competizione tra docenti, ma di collaborazione. Insomma, sembra che si stia andando verso la cancellazione della misura contenuta nella legge della ‘Buona scuola’ 107/2015.

Semplificando al massimo, è probabile che il fondo previsto per il bonus merito (tra l’altro già molto tagliato rispetto a quanto sarebbe dovuto essere) venga convogliato verso altri capitoli di spesa, probabilmente proprio in vista dell’aumento di 100 euro sullo stipendio degli insegnanti. Se l’unica fonte di finanziamento fosse questa, l’aumento in busta paga non sarebbe comunque maggiore di pochi euro al mese, secondo dei calcoli precisi si tratterebbe di circa 10 euro. È chiaro, dunque, che tutto si giocherà in sede di Legge di Bilancio e che le risorse andranno trovate altrove. Comunque, i docenti sembrano salutare con favore la cancellazione del ‘bonus merito’.

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