L’utilizzazione delle mascherine chirurgiche e la questione della sanificazione sono al centro del nuovo rapporto dell’ISS (l’Istituto Superiore di Sanità) dal titolo “Raccomandazioni ad interim sulla sanificazione di strutture non sanitarie nell’attuale emergenza Covid-19”, che può essere consultato sul portale e che contiene una serie di informazioni utili su come affrontare la Fase 2.

Il primo elemento che occorre mettere in evidenza è che sulle mascherine chirurgiche sembra appurata la presenza di particelle virali fino a 7 giorni dalla contaminazione.

L’analisi dunque riguarda anche e soprattutto la sopravvivenza del virus su una serie di superfici in maniera tale da dare indicazioni anche sulla sanificazione.

Quanto sopravvive il coronavirus sulle differenti superfici e sulle mascherine?

L’epidemiologo Paolo D’Ancona, afferente all’Istituto Superiore di Sanità (Iss) afferma che “i dati riportati sono il frutto di evidenze di letteratura scientifica” e che vanno comunque declinati a partire da determinate condizioni ambientali – in generale, i Coronavirus sopravvivono più a lungo in ambienti freddi e umidi.

Importante sottolineare che “il fatto che sopravvivono non significa di per sé che trasmettano la malattia”: la carica infettante infatti può essere anche molto bassa e dunque non portare al contagio, anche se non è possibile dare una regola generale, perché le possibilità di contagiarsi hanno fattori individuali, come le specifiche difese immunitarie di ciascuna persona.

Secondo la tabella pubblicata, ecco quali sono i dati sulla permanenza delle particelle infettanti del Coronavirus:

  1. Carta da stampa o velina – fino a 30 minuti
  2. Tessuto – fino a 1 giorno
  3. Legno – fino a 1 giorno
  4. Banconote – fino a 2 giorni
  5. Vetro – fino a 2 giorni
  6. Plastica – fino a 4 giorni
  7. Acciaio Inox – fino a 4 giorni
  8. Mascherine chirurgiche strato interno – fino a 4 giorni
  9. Mascherine chirurgiche strato esterno – fino a 7 giorni

Come utilizzare al meglio le mascherine chirurgiche per evitare il contagio

La Fase 2 prevede, come stiamo vedendo, una rinnovata circolazione delle persone e possibilità di assembramenti in differenti contesti.

Ecco come dovrebbero essere utilizzate le mascherine:

  1. Le mascherine lavabili vanno comunque utilizzate una sola volta e subito dopo messe in lavatrice, senza appoggiarle sulle superfici dei mobili, mentre le mascherine monouso vanno immediatamente gettate nell’indifferenziato;
  2. Quando togliamo le mascherine, dovrebbero essere prese con le mani sempre dalla parte dell’elastico: e le mani andrebbero lavate prima e dopo questa operazione;
  3. Le mascherine non andrebbero mai gettate a terra (per strada), la carica infettiva è ovviamente minima (ma comunque presente), ma l’impatto sull’ambiente molto alto.

Importante, infine, anche l’analisi di una serie di parole che tendiamo a utilizzare non in maniera precisa:

  1. La sanificazione è un complesso di operazioni e procedimenti di pulizia che comprende anche il ricambio continuo d’aria;
  2. La disinfezione, invece, è un trattamento specifico che ha come finalità l’abbattimento della carica microbica e va effettuata esclusivamente mediante prodotti disinfettanti che sono stati autorizzati dal Ministero della Salute;
  3. La detersione rappresenta invece la rimozione dello sporco, il quale contiene una serie di microorganismi che possono rendere meno efficace l’attività dei disinfettanti – dunque la detersione andrebbe effettuata sempre prima della disinfezione.

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