Chi credeva che i quattro tardigradi fin qui scoperti fossero la formazione al completo, deve ricredersi. L’evoluzione ha un nuovo tassello da studiare. In Finlandia è stato scoperto un altro esemplare della specie, ribattezzato Macrobiotus Naginae, chiaro riferimento a Nagini, il serpente di Lord Voldemort.

I fan di Harry Potter potranno esserne contenti, ma quel che conta è che gli evoluzionisti avranno molto da indagare, vista la nuova scoperta. I tardigradi sono infatti gli esseri viventi più resistenti presenti sul nostro pianeta.

Scopriamo perché.

Evoluzione, il mistero dei tardigradi

I misteri della scienza sono davvero infiniti. Per quale motivo un semplice e minuscolo invertebrato è considerato il più resistente del pianeta? Per resistenza si intende il grado di adattabilità che una determinata specie dimostra rispetto all’ambiente. Il tardigrado è infatti in grado di sopravvivere a condizioni climatiche praticamente impossibili per qualsiasi altro essere vivente. È inoltre capace di stare in letargo per decine e decine di anni, cosa che gli permette di fare a meno di tutti gli altri fabbisogni necessari alle altre specie animali.

Ma torniamo alla nuova scoperta. La quinta variante dell’animale è stata trovata nelle dune di sabbia del Rokua National Park in Finlandia. Gli scienziati gli hanno dato il nome di orsetto d’acqua, oltre a quello scientifico già citato che omaggia la saga della Rowling. Pare sia il pasto preferito delle lumache della sabbia, ma l’animaletto è ancora una volta capace di resistere alle condizioni climatiche estremamente adattandosi perfettamente al territorio grazie a zampe ed artigli speciali. Ma non è tutto e nel paragrafo successivo troveremo la rivelazione che ci fa davvero capire quanto questo animale sia praticamente quasi immortale.

Il tardigrado, un animale quasi immortale

Abbiamo detto delle lumache, altri animali che vanno a caccia di tardigradi nel deserto. Ebbene, gli scienziati hanno scoperto che molti tardigradi erano ancora vivi nelle feci delle lumache.

Ciò significa che non erano stati uccisi nemmeno dopo essere stati divorati. Questo perché il sistema digestivo delle lumache non è in grado di uccidere questa specie, o quanto meno non in tutti i casi. Insomma, non solo il tardigrado è in grado di sopravvivere a temperature che arrivano fino a 300 gradi sotto zero, ma non lo si ammazza nemmeno mangiandoselo.

Cos’altro dire su questa specie praticamente immortale? Chi vuole saperne di più sulla nuova ricerca potrà documentarsi leggendo lo “Zoological Studies and Ecology” che ne ha pubblicato lo studio. Senza dubbio, gli scienziati cercheranno di capire in futuro in che termini l’evoluzione ha predisposto questa plot armor così imponente per questi piccoli animali e in che modo sarà possibile sfruttarne le conoscenze per trarne vantaggio noi esseri umani.