Da sempre siamo abituati a buttare il cibo appena scaduto, spesso non lasciamo passare neanche un giorno per il timore che ci faccia male. Di pochi giorni fa, è la notizia che la Commissione europea ha proposto di introdurre l’etichetta ‘Spesso buono oltre’ per ridurre gli sprechi alimentari. In pratica, insieme alle note etichette “da consumarsi preferibilmente oltre” e “da consumarsi entro”, prossimamente potremo vedere in alcuni cibi anche l’etichetta ‘Spesso buono oltre‘, che sta a indicare che alcuni alimenti si possono mangiare anche oltre la data di scadenza se conservati in maniera ottimale.

La decisione ha già scatenato da un lato delle polemiche. In quanto si potrebbero creare delle informazioni fuorvianti, dall’altro la felicità di alcuni organizzazioni che da sempre si battono per stoppare lo spreco alimentare.

Nuova Etichetta Ue “Spesso buono oltre” contro lo spreco alimentare

Alcuni cibi, insomma, possono rientrare in questa categoria. Bisognerà saper sfruttare bene vista, tatto e olfatto per verificare se davvero certi prodotti non presentano rischi. Basti pensare che in Italia si buttano almeno 27 chili di cibo all’anno per abitante a livello domestico, circa 4 chili nella vendita al dettaglio. In più, secondo una ricerca di Altroconsumo di qualche tempo fa, molti degli sprechi alimentari derivano proprio da una cattiva comprensione delle etichette. Una larga fetta di italiani, infatti, non comprende bene la differenza “da consumarsi preferibilmente entro” e da “da consumare entro”.

Tutto ciò porta ad un aumento dello spreco alimentare. Nel primo caso, si tratta di una data orientativa, significa che anche mangiando un certo alimento dopo la scadenza non ci sono reali pericoli, mentre nel secondo caso, la data è tassativa e non bisogna mangiare quel prodotto se si vuole evitare anche un problema di salute. Questa etichetta, di solito accompagna quei cibi come latte, uova, formaggi freschi, carne, pesce, insalate confezionate e pasta fresca.

I cibi che si possono mangiare

Nel caso dell’etichettada consumare preferibilmente entro“, invece, la data indica il tempo fino a quando il prodotto presenta le sue proprietà specifiche. Ma anche consumandolo dopo la scadenza, non c’è pericolo per la salute, ma l’unica cosa che avverrà è la perdita di gusto, di consistenza o di fragranza del prodotto. Questa etichetta riguarda molti prodotti confezionati come surgelati, conserve, confetture, biscotti, snack, prodotti secchi etc. Nonostante tutto, le due diciture hanno portato parecchia confusione. Ed è per questo che la Ue ha pensato ad una revisione delle norme con l’aggiunta in etichetta della dicitura ‘Spesso buono oltre’ all’etichetta ‘da consumarsi preferibilmente entro’.

Per quanto riguarda il periodo orientativo in cui questi cibi possono essere mangiati, si tratta di 7 giorni oltre il “termine minimo di conservazione” per il pane confezionato. Addirittura dopo un mese per prodotti come scatole di carne confezionate come la Simmenthal, affettati e prodotti di salumeria crudi, cotti e stagionati. E fino a due mesi per i prodotti come dolci confezionati, confetture e conserve, farine e cereali, pasta secca, riso, cous-cous, snack secchi dolci e salati. E fino a 6 mesi per alcuni prodotti come latte Uht, spezie ed erbe aromatiche, salse come maionese, ketchup, senape, succhi di frutta.
La Commissione consiglia però di testarli prima di consumarli. Quindi, odorare, verificarne la consistenza e il sapore.