Via libera da parte della Camera dei Deputati alla proposta di legge sull’equo compenso. La premier Giorgia Meloni esprime soddisfazione sui social con un lungo post nel quale ringrazia coloro che l’hanno sostenuta. Ma cosa prevede questa norma? Scopriamolo insieme.
Equo compenso, nuova norma approvata
Fratelli d’Italia e Forza Italia (ma la Meloni ringrazia in generale tutto il centrodestra) hanno proposto e ottenuto una nuova norma ribattezzata dell’equo compenso che regolamenterà i professionisti tutelando la loro qualità e quantità di lavoro.
Sono stati 213 i voti a favore del testo, mentre 59 sono gli astenuti (nessun contrario). Non sono mancate le polemiche da parte dei detrattori, in questo caso il PD, i quali hanno mostrato il loro disappunto astenendosi in blocco. Nella norma dell’equo compensano rientrano anche i giornalisti, i quali sono stati riconosciuti come professionisti che forniscono prestazioni d’opera intellettuale aventi diritto a una remunerazione equa e adeguata.
“Oggi la Camera dei Deputati ha dato il via libera definitivo alla proposta di legge sull’equo compenso. Una norma che ha l’intento di riconoscere e tutelare la qualità e la quantità del lavoro svolto dai liberi professionisti nei confronti dei cosiddetti contraenti forti”.
Sono queste le parole della premier rilasciate sulla sua pagina social.
La soddisfazione di Confcommercio e l’astensione del PD
Anche il Movimento 5 Stelle sottoscrive la nuova norma sull’equo compenso, aggiungendo che da anni la proponeva e che ha inoltre contribuito a scriverla.
“La normativa introdotta in tema di equo compenso per le prestazioni professionali costituisce sicuramente un primo passo la cui efficacia dovrà valutarsi in fase di attuazione” ed è “positivo che le professioni non organizzate vi siano comprese, ma la determinazione dei parametri del compenso equo deve essere preceduta da un’ampia interlocuzione e confronto con le relative rappresentanze”.
Di parere diverso invece il PD, unico partito ad astenersi dal votarla, il quale conferma le buone intenzioni della norma, ma ne critica la stesura ritenendola inadeguata:
“L’equo compenso è legge, con un Governo che ha deciso di farla velocemente e male, senza ascoltare le rappresentanze. Un testo insufficiente che non garantisce alcun compenso equo ai professionisti. Un testo che invece di sanzionare il committente inadempiente, prevede l’automatica responsabilità disciplinare del professionista sottopagato. Certo è che si poteva, si doveva, fare meglio”.