Una grossa batosta superiore alle già deboli attese per il presidente Emmanuel Macron. Le elezioni regionali in Francia sono state catastrofiche per i candidati della sua La République En Marche (LREM). Nessuno è in vantaggio in vista dei ballottaggi. Su 13 regioni al voto, la destra dei Repubblicani per il momento tiene tutte le 7 guidate, così come la sinistra socialista le sue 5. La destra euroscettica di Marine Le Pen (Rassemblement National) punta a conquistare la Provenza-Alpi-Costa. Il suo candidato è in vantaggio di appena un punto percentuale sullo sfidante di coalizione (inedita) tra Repubblicani e partito di Macron.

Ma c’è un dato che spaventa sopra ogni altro: due elettori su tre non si sono recati ai seggi. E l’altissima astensione ha penalizzato particolarmente il presidente in carica, così come anche la sua più grande avversaria, cioè Le Pen. Perché i francesi hanno disertato le urne? C’è il Covid, certo. Ma forse, la sfiducia verso le istituzioni ha raggiunto i livelli di guardia. In fondo, la cavalcata trionfante di Macron nel 2017 fu essa stessa frutto di una rivolta degli elettori contro l’establishment tradizionale; lo stesso riabilitato nelle ultime ore.

I numeri delle elezioni in Francia

I numeri parlano chiaro. I Repubblicani hanno ottenuto quasi il 29% dei consensi, il Partito Socialista insieme agli alleati oltre il 15%. La Pen si è fermata sotto il 20%, ma LREM è andata poco oltre il 10%. Il partito di Macron si conferma avulso dai territori, in sfaldamento e senza alcuna capacità di presa. Un pessimo segnale per l’inquilino dell’Eliseo a meno di un anno dalle prossime elezioni presidenziali. Stando ai sondaggi, accederebbe al ballottaggio dietro a Le Pen. E se ancora la sua vittoria al secondo turno è accreditata la più probabile, il distacco con la rivale appare minimo. Nulla a che vedere con i due terzi dei consensi ottenuti 5 anni fa.

A trionfare, dunque, è stata la destra neogollista tradizionale. Un ottimo rilancio nell’ottica del voto cruciale dell’anno prossimo. E il suo rafforzamento per Macron è un brutto presagio. Tutta la destra messa insieme ha sfiorato ieri il 50% dei consensi. Se la figura del presidente s’indebolisse troppo, il rischio che non riesca neppure ad accedere al ballottaggio sarebbe ampio. Mai popolare sin dal suo insediamento, Macron sembrava essersi messo alle spalle almeno il periodo più critico del suo mandato. Complice la fine prossima dell’era Merkel, la sua statura internazionale negli anni è cresciuta, pur attualmente ridimensionata da quella di Mario Draghi in Italia. Ad ogni modo, l’insoddisfazione sembra una costante di questo nuovo millennio in Francia. Dopo Jacques Chirac (1995-2007), ad oggi nessuno è riuscito a ottenere il secondo mandato.

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