C’era apprensione per il rischio stop o rinvio delle elezioni del 25 settembre. Per poco tempo abbiamo davvero rischiato di non poter andare a votare domenica. Un rischio, che a quanto pare risulta scongiurato. Il tribunale di Milano ha respinto il ricorso sulle firme digitali presentato da Referendum e Democrazia, il partito di Marco Cappato. Ricorso fatto pervenire dopo l’esclusione del partito dalle prossime elezioni politiche del 25 settembre, in quanto le firme per la candidatura della lista risultano in forma digitale e non in quella cartacea.

È questo l’ultimo atto (?) di una battaglia legale che aveva suscitato più di qualche polemica tra gli addetti ai lavori. Una battaglia i cui orizzonti erano volutamente lasciati in sospeso. Oggi però, dopo la sentenza del tribunale meneghino, una certezza c’è: la data delle elezioni è salva.

Perché era circolata l’ipotesi di rinviare le elezioni del 25 settembre a data da destinarsi

Un’eventuale vittoria del partito Referendum e Democrazia in sede giudiziaria avrebbe potuto stravolgere il calendario delle prossime elezioni politiche. A sostenerlo lo stesso avvocato di Stato, che in una nota a nome dell’esecutivo in carica per il disbrigo degli affari correnti aveva scritto: “Di fatto, il provvedimento cautelare auspicato dai ricorrenti – e cioè Marco Cappato e il suo partito – imporrebbe di differire lo svolgimento delle elezioni”. Lo stesso esecutivo, lo ricordiamo, aveva negato a Referendum e Democrazia di candidare la propria lista. Questo per effetto della raccolta delle firme digitali anziché in forma cartacea.

“Decisione insensata”: Marco Cappato contro la sentenza

Marco Cappato, leader di Referendum e Democrazia, ha parlato di “decisione insensata”. Il tribunale di Milano ha motivato la sua scelta spiegando “come non sia stato possibile verificare l’esistenza delle firme digitali” depositate in alcuni collegi del Nord Italia”. Cappato definisce la sentenza del tribunale una “decisione insensata”, dato che il compito di appurare la loro veridicità o meno spetta alle Corti di Appello.

Quest’ultime, come ha ricordato il numero uno del partito Referendum e Democrazia, sono i soli “organi giudiziari incaricati di ammettere e respingere le candidature”.

Una questione di principio

Se la questione del ricorso sulle firme digitali non andrà più a incidere sullo svolgimento delle prossime elezioni politiche attese per il 25 settembre, non per questo Marco Cappato si arrenderà tanto facilmente a far valere quello che per Referendum e Democrazia è una questione di principio. Il ragionamento è il seguente: perché le firme digitali, incluso lo SPID, sono ritenute valide in tutti gli altri casi eccetto che per le elezioni politiche? C’è materiale abbastanza per credere che le proteste di Cappato proseguiranno anche nel corso delle prossime settimane. Intanto, domenica si andrà al voto e qui possiamo stare sereni.