È allarme pasta. L’Italia rischia di restarne senza a causa della carenza delle scorte di grano duro. A inizio 2022, quindi, gli scaffali dei supermercati potrebbero restare vuoti ed i prezzi lievitare ancora. Dopo l’aumento delle bollette a spaventare il Governo, quindi, è anche il caro pasta. Ecco cosa sta succedendo.

Allarme pasta: perché l’Italia rischia di restarne senza

L’allarme pasta è da additarsi in primis ai cambiamenti climatici. L’ultima estate, infatti, è stata caldissima ed ha distrutto i raccolti di grano in Canada.

Ricordiamo che tra la fine di giugno e luglio, alcune parti del Canada e degli Usa sono stati colpiti da un’ondata di caldo storica. Nel paese che è tra i massimi produttori di grano al mondo (Canada) si è arrivati a toccare addirittura temperature di 50 gradi. La produzione di grano è quindi crollata drasticamente ed il danno è per tanti paesi. L’Italia ad esempio, pur confermandosi un punto di riferimento in tale settore, non dispone di una ricchissima produzione di grano duro. Soltanto 1 piatto di pasta su 4, infatti, è di grano duro italiano mentre il resto è importato. I Consorzi Agrari d’Italia comunicano infatti che sono sempre di meno i terreni agricoli che si utilizzano per coltivare grano duro.
Per evitare di restare senza pasta, quindi, si dovrebbe valorizzare il made in Italy assicurando però una giusta remunerazione a chi produce tale alimento. Così si può garantire al consumatore sicurezza, origine, genuinità e qualità.

Prezzi del grano alle stelle: è allarme pasta

Il prezzo del grano duro è ai massimi da tredici anni ad oggi soprattutto a causa della scarsa produzione canadese. E la situazione non è buona nemmeno in Italia. La Commissione Europea comunica infatti che il grano duro raccolto nel 2021 sarà inferiore a quanto stimato: 3,7 milioni di tonnellate contro i 4,3 milioni stimati. Ovviamente i produttori di pasta italiani sono preoccupati anche per la crescente quotazione della materia prima che ha raggiunto i massimi da tredici anni a questa parte.

Per gli esperti, però, il peggio deve ancora arrivare.
La soluzione, come più volte ha sottolineato la Coldiretti, sarebbe quella di incentivare la produzione del grano italiano anche perché i consumatori la prediligono. Questo perché altrove si usa ancora il glifosato che è un potente erbicida. La crisi delle materie prime e i danni dell’uragano Ida, però, hanno danneggiato lo stabilimento della Bayer in Louisiana riducendone la disponibilità. Per questo gli agricoltori statunitensi hanno lanciato l’allarme chiedendo di fare scorte in quanto nel 2022 ce ne potrebbero essere di meno. A lanciare l’allarme è anche un rappresentate di una cooperativa canadese che lo utilizza.
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