Dopo la questione delle case green, arriva un’altra novità. Una direttiva dell’Unione Europea in merito all’efficienza energetica degli immobili privati potrebbe rivoluzionare il modo in cui ci riscaldiamo d’inverno. La maggior parte delle famiglie italiane si riscalda infatti con la caldaia a gas. Ecco, l’Ue in queste settimane sta discutendo sul loro possibile divieto a partire dal 2029. Di fatto, quindi, milioni di italiani avrebbero fino a 6 anni di tempo per cambiare il proprio sistema di riscaldamento passando a una tecnologia più sostenibile e green, tra cui idrogeno e biogas.

Qualora arrivi il semaforo verde, resterebbe da capire in che modo l’Ue intenda vietare la vendita delle caldaie a gas. E non è una questione proprio semplicissima, per usare un eufemismo.

La fine delle caldaie?

Secondo la proposta dell’Unione europea, entro il 2029 si dovrà vietare la vendita delle caldaie a gas. Prima del 2029, tra il 2025 e il 2026, dovrebbero venire meno anche le agevolazioni statali per il loro acquisto, nonché il declassamento nelle etichette che registrano la performance energetica di ciascuna caldaia. Di conseguenza, il rischio concreto è di veder scomparire le caldaie a condensazione in un periodo relativamente breve. In ogni caso nulla è ancora ufficiale, quindi è ancora presto per fasciarsi la testa prima di rompersela. Detto questo, non possiamo nemmeno fare finta di nulla e credere che le caldaie che fanno uso di combustibili fossili resteranno in eterno.

Divieto di vendita delle caldaie a gas dal 2029: non un fulmine a ciel sereno

La notizia battuta nelle ultime ore in realtà non è un fulmine a ciel sereno. O almeno non lo è per chi ha un po’ di dimestichezza con il testo del RepowerEu, il nome assegnato dall’Unione europea al piano di rigenerazione energetica. Tra i vari punti in elenco, c’è anche appunto lo stop alla commercializzazione di caldaie a gas (e tutte quelle alimentate a fonti fossili) entro il 2029.

Non è un fulmine a ciel sereno perché di RepowerEu si parla già da tempo. Uno dei suoi obiettivi, per chi se lo fosse dimenticato, è anche cessare la dipendenza degli Stati europei dal gas russo. Ma la vera domanda è un’altra: come reagiranno gli italiani di fronte all’ultimo diktat imposto dall’Unione europea?

Intanto non resta che attendere conferme ufficiali da parte dell’Ue, nel bene e nel male. Tra le altre cose, non è detto che le caldaie a gas non restino sul mercato fino a esaurimento scorte, una strada che appare oggi quantomeno più ragionevole. E allo stesso tempo, si potrebbero incentivare le persone ad acquistare biogas e idrogeno, due tecnologie più sostenibili e “verdi”.