Annus horribilis questo 2022 anche per l’Inps. Lo scenario disegnato per questi primi 7 mesi è a dir poco sconcertante con i numeri della disoccupazione che arrivano a +21,7% rispetto allo scorso anno. Un bilancio in rosso che spaventa e che ci fa capire ulteriormente quanto siano state gravi le conseguenze della pandemia. Secondo i dati la mazzata è arrivata soprattutto nel mese di luglio, con un ulteriore incremento dell’8,2% rispetto ai dati dello scorso anno.

Sorprende però il numero relativo alle richieste di cassa integrazione, dove invece le imprese hanno attinto solo a un quarto dei fondi messi a disposizione dall’Istituto di Previdenza sociale.

In questo senso i dati sono inequivocabili: si parla di un decremento delle richieste di Naspi del 50% rispetto ai primi 7 mesi del 2021. Ad agosto di quest’anno infatti il numero di ore di cassa straordinaria è stato di 9,2 milioni, di cui 4,4 per la solidarietà. Il calo più grande però riguarda gli interventi in deroga, fin qui solo 0,25 milioni di ore, ossia un calo del 99,6%.

Disoccupazione e cassa integrazione, numeri in contrasto

Situazione tragica quella del lavoro in Italia. In realtà lo è sempre stato, ma i numeri di questo 2022 ci raccontano un vero e proprio disastro. La disoccupazione sta raggiungendo livelli altissimi, ma stranamente in contrasto con le richieste di cassa integrazione che, come abbiamo visto, sono invece in calo. Come si spiega questa discrepanza? La risposta potrebbe essere molto semplice: il reddito di cittadinanza ha fagocitato il mondo dell’impiego offrendo a molti giovani un’alternativa al lavoro. In tal senso infatti sono allarmanti le richieste di aiuto lanciate da bar e ristoranti, i quali chiedono a gran voce nuovo personale.

La disoccupazione giovanile è un problema annoso che non sembra avere mai fine. Le imprese lamentano infatti una carenza oggettiva di personale da impiegare per le proprie mansioni e indubbiamente avere un sostegno economico importante come quello offerto dal Reddito di cittadinanza offre una valida alternativa al lavoro.

Se poi ci aggiungiamo che in questo modo molti giovani inoccupati possono arrotondare le proprie entrate con lavoretti a nero, ecco che il quadro si fa sempre più critico.

Un nuovo reddito di cittadinanza?

In campagna elettorale si è parlato tantissimo di modificare l’attuale reddito di cittadinanza, anzi c’è chi addirittura ha minacciato di toglierlo. In realtà, l’inserimento di questo nuovo sostegno operato dai 5 Stelle ha fatto anche del buono, aiutando effettivamente chi ne aveva davvero bisogno. Sarà quindi importante riuscire ad effettuare una modifica sana e soprattutto attuare dei controlli al fine di stabilire chi davvero necessita di tale sussidio. Se così non fosse, infatti, il paese finirebbe per continuare a sborsare sostegni economici che paralizzano il mondo del lavoro e bloccano le imprese che ne sorreggono l’intero sistema. Alla luce però dei nuovi risultati elettorali c’è chi invece teme che questo beneficio cambierà soltanto di nome, rimanendo inalterato in sostanza e applicazione. Insomma, la solita cosa all’italiana.

Per quanto riguarda invece i numeri della disoccupazione, i fondi di solidarietà sono aumentati del 22,9%, abbiamo infatti 12,0 milioni di ore in questi primi 7 mesi dell’anno presi in esame. Nel complesso sono state richieste 427,52 milioni di ore di cassa. Parliamo di una riduzione dell’85% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Non manca però anche qui una ulteriore nota dolente e riguarda il fatto che, come detto, le aziende hanno in realtà utilizzato solo un quarto delle ore autorizzate. Sarà compito del nuovo Governo e degli statisti di cui si avvalgono analizzare nel dettaglio le ragioni di questa crisi del lavoro nel nostro paese. Speriamo davvero che ne possano in qualche modo venire a capo.