
Vladimir Putin dovrà essere più prudente con le esportazioni di cibo dalla Russia all’estero e quindi dal grano al mais specialmente verso i paesi ostili. Questo è quanto ha dichiarato il premier russo alla Tass prefigurando di fatto un limite nell’esportazione di tali prodotti. Ricordiamo che i paesi che dipendono più di tutti dal grano russo sono la Turchia, lo Yemen e l’Egitto. I rincari, però, si sentono ovunque: il prezzo del grano infatti è aumentato del 65% mentre quello del mais del 32%.
Grano e mais dalla Russia: il piano di Putin
Putin potrebbe limitare l’export di prodotti come grano e mais verso i paesi ostili. Lo zar sottolinea che la nazione che lui governa è una delle maggiori produttrici di grano al mondo. Ed insieme all’Ucraina detiene il 25% del mercato globale. Tradotto in denaro parliamo in tutto di 120 milioni di dollari ovvero 106 miliardi di euro.
Dall’Ucraina intanto arrivano meno prodotti (15% in meno) che sono stati compensati (nel nostro paese) solo in parte dall’incremento di quelli da parte di Stati Uniti, Argentina, India e Brasile. I paesi che più di tutti dipendono dal grano russo, però, sono però Yemen, Egitto e Turchia che, nonostante non siano paesi ostili, stanno pagando lo stesso i forti rincari.
Lo zar intanto comunica che nel suo paese è necessario mitigare gli effetti negativi esterni. Ciò mediante l’aumento della produzione e delle consegne al mercato interno di alimenti di buona qualità a prezzi accessibili a tutti compresi i prodotti ittici.
Per il conflitto che non accenna ad arretrare c’è inoltre il timore che si possa creare una nuova instabilità politica nonché tumulti nei paesi più poveri.
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