Ryan Murphy ci è riuscito ancora. Grande successo per Dahmer su Netflix, la serie dedicata al cannibale di Milwaukee. Il regista e produttore televisivo continua il suo viaggio nella parte più oscura dell’America raccontando ancora di personaggi che hanno segnato in negativo l’immaginario collettivo del paese e non solo.

Ormai i successi di Murphy non si contano, ma in questa serie ha portato tutta la sua cifra stilistica a livelli ancora più alti, grazie anche a un team di registi che hanno optato per una messa in scena più sobria e cadenzata, lasciando quasi sempre fuori campo le efferatezze del protagonista.

Gli episodi della serie sono 10, uno più bello dell’altro.

Dahmer, su Netflix la serie dedicata al mostro

Un altro mostro si aggiunge al pantheon di personaggi esecrabili raccontati da Murphy. Jeffrey Dahmer è stato uno dei serial killer più pericolosi di sempre e la serie in onda su Netflix ha saputo addentrarsi nella sua psiche offrendo anche riflessioni importanti sulle origini di questo male. Lo ha fatto però con sguardo spesso distaccato, limitandosi a offrire un quadro storico dell’epoca e mostrando anche i sentimenti e il dolore delle famiglie delle vittime. Proprio a tal proposito, alcune di esse hanno espresso forte contrarierà nei confronti della serie. Esse lamentano di non essere state informate per rilasciare il permesso, inoltre gli eventi narrati acuiscono il dolore per le perdite.

L’interpretazione di Evan Peters è semplicemente impeccabile. L’attore, ormai feticcio del produttore statunitense, ha saputo impersonare la follia dell’assassino con una mimica a tratti impercettibile, tipica di chi non è in grado di comprendere le proprie emozioni (pulsioni). È un lavoro per sottrazione quello fatto da Peters, completamente diverso dai ruoli che lo avevamo visto interpretare fin qui, dimostrando una volta per tutte la sua grande poliedricità interpretativa. La profondità della serie, però, va oltre la semplice rappresentazione del mostro e ci mostra tanti temi legati alle minoranze: su tutti i pregiudizi sull’omosessualità e sugli afroamericani.

Ryan Murphy non sbaglia un colpo

Noto soprattutto per American Horror Story, in realtà Murphy ha già all’attivo numerose produzioni televisive. Nel 2003 aveva già creato la fortunata serie Nip/Tuck, mentre nel 2015 si era cimentato nella commedia horror Scream Queens. Di grande interesse anche l’antologica American Crime Story. Nella prima stagione del 2016 aveva indagato l’intera vicenda di O.J. Simpson, mentre nella seconda raccontava l’omicidio di Gianni Versace. La terza stagione si è invece concentrata sul cosiddetto sexgate, lo scandalo della Casa Bianca con protagonisti Bill Clinton e Monica Lewinsky.

E che dire invece di Duet? Si tratta di un’altra serie antologica che è incentrata sulle grandi rivalità che hanno fatto la storia della cultura pop. Nella prima bellissima stagione vediamo quella tra Bette Davis e Joan Crawford. Nella seconda invece scopriamo la faida tra Base Paley e C.Z. Guest. Indubbiamente, su tutte va menzionata la già citata American Horror Story, visibile interamente su Disney+. Sicuramente meno riuscita invece la serie spin-off AM Stories, ma questo Dahmer su Netflix è davvero un’opera magna che sta mettendo tutti d’accordo.