La messa è finita, andate in pace. Non proprio, ma con queste bollette poco ci manca. La crisi energetica colpisce anche le chiese e ora i sacerdoti di alcune parrocchie si vedono costretti a officiare le cerimonie con luci soffuse. Inoltre, in alcuni casi, alcune messe sono state addirittura sospese. Insomma, una situazione a dir poco difficile anche per i credenti.

La crisi energetica sta colpendo ogni aspetto della nostra vita sociale e le conseguenze della guerra in Ucraina, con relative sanzioni inflitte alla Russia, stanno ormai coinvolgendo il nostro quotidiano.

In alcune zone d’Italia infatti le parrocchie si sono viste costrette a ridurre il numero di messe e a chiedere un aiuto economico ai propri fedeli. Dove andremo a finire con il caro bollette per l’energia elettrica ormai alle stelle? Tempi bui anche per la nostra anima, dunque, almeno per i fedeli.

Crisi energetica in chiesa, il caro bollette non risparmia nessuno

È proprio il caso di dirlo, la crisi energetica non guarda in faccia nemmeno all’Onnipotente. Per quanto le parrocchie stiano facendo il possibile per non tagliare le celebrazioni, al momento sembra essere questa la soluzione più facile per ridurre i costi delle funzioni religiose. Di fatto, almeno in alcune zone del nostro paese, è proprio quanto sta succedendo. Le piccole parrocchie infatti si sono viste costrette a sospendere alcune messe mattutine, lasciando naturalmente inalterata la programmazione dei weekend, soprattutto le cerimonie della domenica mattina.

Non mancano le polemiche sul web: parrocchiani e sacerdoti colgono l’occasione per pubblicare le bollette appena ricevute al fine di sensibilizzare i fedeli e ottenere un piccolo contributo economico. Giusto per citare qualche esempio: per la chiesa di San Pio X di Giugliano, diocesi d’Aversa, la bolletta di luglio ha superato i mille euro e il parroco Francesco Riccio mostra la foto su Facebook.

Stessa cosa anche per la parrocchia di San Vincenzo ad Atessa, in provincia di Chiesta, dove il curato si serve del social per mostrare i rincari ricevuti.

Messe al buio, o quasi

Ebbene sì, si spengono le luci. La soluzione più adottata al momento, al fine di evitare la sospensione delle funzioni religiose, è quella di togliere l’illuminazione. È il caso della parrocchia di San Vincenzo ad Atessa, in provincia di Chiesta. Nello specifico si è scelto di chiudere le luci del campanile di Santa Sofia. C’è poi addirittura chi cita l’articolo 315 del Codice Civile, dove si dice che il figlio deve contribuire al sostentamento della famiglia dei genitori, qualora ne abbia la possibilità e viva ancora con essa. Il riferimento è naturalmente ai fedeli, i quali sono in un certo senso come figli della stessa parrocchia. Questa è la soluzione adottata dalla chiesa di Cloud, a Pordenone.

Naturalmente, la faccenda non è sfuggita alla CEI, la quale ha già discusso le problematiche relative alla crisi energetica il 20 settembre scorso. Intanto, c’è chi propone ironicamente le messe a distanza, proprio come si è fatto con la didattica a scuola. Potrebbe essere questa la soluzione? Il parroco che si collega via webcam con i propri fedeli e celebra il rituale potrebbe in fondo essere più di una battuta. Del resto, perché no, è pur vero che Dio è in ogni luogo.