Il 2022 sarà ricordato sicuramente come un annushorribilis: la guerra in Ucraina e tutto quello che sta provocando come dolore e sofferenza, il surriscaldamento globale con siccità e le temperature più alte mai registrate prima, infine il possibile stop al gas russo che potrebbe provocare aumenti in bolletta fino al 500% (secondo A.R.T.E.) e perdita di posti di lavoro in misura di circa 370mila (secondo Confcommercio).

La preoccupazione sale sempre di più, anche a causa dell’instabilità politica: qualunque governo venga nominato, avrà davvero poco tempo per mettere in campo misure all’altezza della situazione.

A spaventare è soprattutto il caro bollette, che colpisce allo stesso modo le famiglie e la loro capacità di spesa e le imprese e la loro capacità di resistere a fronte di rincari divenuti oramai insostenibili.

L’Italia va verso la recessione economica – focus su crisi energetica e caro bollette

Un aumento delle bollette, rispetto al periodo pre-Covid, che va dal 100% al 500% può produrre una delle più gravi crisi economiche degli ultimi decenni. La ragione è semplice e si tratta di una ‘tempesta perfetta’. Le famiglie, subendo un tale aggravio di spesa per energia elettrica e gas, potranno sicuramente spendere meno, la qual cosa porterà probabilmente a un calo notevole dei consumi.

Contemporaneamente, le aziende (e non solo quelle particolarmente energivore) dovranno fare i conti con aumenti dei costi dell’energia tali da rischiare la chiusura. Lo scenario peggiore vede un impoverimento generale delle famiglie, chiusure di imprese (centinaia di migliaia di posti persi), minore capacità di acquisto, minore circolazione dell’economia, nuove crisi aziendali per vendite scarse, nuovi licenziamenti e/o chiusure. E così, come in un loop infernale.

Caro bollette – le analisi di A.R.T.E.

A.R.T.E. (Associazione Reseller e trader dell’energia) lo scorso 23 agosto ha lanciato l’allarme di un possibile aumento delle bollette fino al 500% rispetto al periodo precedente alla pandemia.

Si calcola che soltanto nel settore terziario la spesa per l’energia sarà di 33 miliardi di euro nel 2022, circa il doppio del 2019. Le famiglie si troveranno ad aver pagato nel 2022 circa 2.200 euro per l’elettricità e circa 3.500 euro per il gas: si tratta di quasi 500 euro al mese soltanto per assicurarsi beni di prima necessità. E tutto questo senza contare l’inflazione che potrebbe portare le famiglie a spendere in beni qualsiasi di consumo circa 1.300 euro in meno nel prossimo biennio.

Rischio disoccupazione – l’allarme di Confcommercio

Se le famiglie piangono e piangeranno, le imprese non ridono. Al momento ci sono già limitazioni nella produzione, aumento dell’utilizzazione della cassa integrazione e licenziamenti. In autunno e in inverno, la situazione potrebbe divenire drammatica. L’allarme sulla situazione dell’economia reale lo ha lanciato Confcommercio. Il rischio è davvero enorme, si parla della possibilità di chiusura per più di 120.000 aziende. Lo scenario peggiore vede anche la possibilità che circa 370mila persone perdano il posto di lavoro.

Tutto questo avrà ovviamente grosse ricadute anche su altri settori. Turismo e ristorazione, ad esempio, dovranno fare i conti non solo con il caro bollette, ma anche con la minore capacità d’acquisto generale degli italiani. Detto in parole semplici, se la crisi morderà, sempre meno persone potranno permettersi una cena al ristorante o un weekend in una località turistica. Il dramma della stagnazione è dietro l’angolo.

Dunque, cosa è lecito sperare in questa congiuntura? La rinascita della politica, a livello nazionale ed europeo, che ponga fine alla speculazione su gas, grano e altri beni di prima necessità; che abbia il coraggio di mettere un calmiere ai prezzi impazziti dell’energia; che sappia nuovamente mettere in campo una vera solidarietà sociale.
[email protected]